Santa Maria Maddalena portata in cielo dagli angeli

dipinto, ca 1330 - ca 1340

Tavola ricavata in unico asse di legno intagliato per ottenere l'emergenza della cornice sul piano. Sul retro della tavoletta è dipinto un motivo a racemi verdi su fondo rosso

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • MISURE Altezza: 44.5 cm
    Spessore: 3,5 cm
    Larghezza: 31 cm
    Peso: 1,5 kg
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di Verucchio (notizie Prima Metà Sec. Xiv): esecutore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Francesco Da Rimini
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • INDIRIZZO Piazza Giordano Bruno, 10, Perugia (PG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Da un cartellino settecentesco apposto sul retro del dipinto si ricavano alcune notizie circa precedenti ubicazioni. L'opera proveniva dalla chiesa bolognese di Mezzaratta, veniva utilizzata come tavoletta consolatoria per i condannati a morte (molto probabilmente la grave lacuna che si trova alla base della tavola si deve all'inserimento di un manico che ha trasformato il dipinto originario). Il dipinto, pervenuto ai frati dell'Osservanza da una donna della famiglia Baretti, che abitava sopra l'oratorio della Madonna dei Denti antistante la chiesa di Mezzaratta, venne donato nel 1723 al dottor Carlo Antonio Macchiavelli. Fin qui le notizie ricavate dal cartellino. La tavola ricompare nel 1810 tra le collezioni della Pinacoteca perugina. Fin da quando per primo Corbara (1948, p.154) riconobbe numerose affinità stilistiche, iconografiche e tecniche tra la tavoletta di Perugia ed un'altra conservata a Zurigo (Kunsthaus) raffigurante la Crocifissione, tutta la critica successiva ha accettato l'ipotesi che si trattasse di un dittico. In seguito al recente restauro Cicinelli (1988, pp.97-101), però , non riscontrando segni di cerniere, ritiene inverosimile la possibilità che le due immagini costituissero un dittico. Dello stesso avviso appaiono anche Boskovits (1993, pp.164, n.52) e Benati (1994, p.158) che ribadisco no comunque l'identica destinazione dei due dipinti. Quest'ultimo ha messo in dubbio che la funzione originale del dipinto fosse quella "consolatoria", sebbene sia il tema dell'Ascensione della Maddalena che quello della Cocifissione possano essere interpretati come riflessione sul mistero della salvazione, della conversione e dell'espiazione dei peccati. Benati ipotizza che le due tavolette facessero parte della dote di una facoltosa monaca, probabilmente originaria di Bologna, come si deduce dalla presenza dei santi protettori Francesco, Domenico e il vescovo Petronio (o Ambrogio ?) . La critica si trova ancora oggi divisa sull'attribuzione dell'opera a Francesco da Rimini o al cosiddetto Maestro di Verucchio. L'inserimento nel catalogo dell'autore degli affreschi del refettorio di san Francesco a Bologna spetta per primo al Salmi (1932, pp.255, 257-258), seguito poi da molti studiosi tra cui il Boskovits, che aggiunse al catalogo dell'artista anche tutta una serie di opere. Zeri (1958, p.52) e Benati (1994, pp.159-16 0) le assegnano al Maestro di Verucchio, artista fortemente influenzato dalla produzione di Pietro da Rimini e dalla cultura riminese degli anni trenta del XIV secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1000016126
  • NUMERO D'INVENTARIO 68
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria Nazionale dell'Umbria
  • ENTE SCHEDATORE Galleria Nazionale dell'Umbria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2022
  • ISCRIZIONI in un cartellino incollato nel verso - Questa Tavoletta serviva ai Condannati a morte allora c(he la gius)tizia veniva eseguita fuori (la) Porta di S. Mamolo vicino (alla chi)esa di S. Maria di Mezza Ratta (del) Monte su quel prato vicino alla Collina sino al 1 250. / Fu donata al Dott.re Carlantonio di Giov. Antonio Machiavelli dai P .P. dell'Osservanza adì 2 marzo 1723 Ma(rte)di avendoli essi sempore conservata nel loro Convento da dopo che li fu consegnata da una Don(n)a d'abbasso di S.M.a de Denti rimpetto alla soprad(det)ta Chiesa di Mezza Ratta, allora che fu da essa levata ove stava al muro appesa con altre, che (per) l'antichità già si sono tarlate - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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