angelo annunciante
dipinto
ca 1423 - ca 1424
Toscani, Giovanni Di Francesco (1370 Ca-1430)
1370 ca-1430
Tabellone apicale di polittico. Dipinto su tavola sagomata con cornice in legno dorato. Cornice composta da due finte lesene laterali; il profilo esterno cuspidato e base a peduccio. Internamente la sagoma è trilobata e termina in alto con arco ogivale. Cornice originale
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
legno di pioppo/ doratura
legno di pioppo/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Toscani, Giovanni Di Francesco (1370 Ca-1430)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Maestro Della Crocifissione Griggs
Paolo Uccello
Lorenzo Monaco
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia di Firenze
- LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
- INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta del tabellone apicale sinistro del cosiddetto Polittico Ardinghelli, proveniente dalla cappella di San Niccolò di patronato Ardinghelli nella chiesa di Santa Trinita a Firenze. Dal 1776 le tracce del polittico si perdono: viene rimosso dalla cappella e successivamente smembrato probabilmente in seguito alle requisizioni Napoleoniche del 1810 (DE MARCHI, 2024). Al momento dell’acquisto delle due tavole dell’Annunciazione (2021), comprendenti la Vergine annunciata e l’Angelo annunciante, la Galleria dell’Accademia era già in possesso di quelli che sono stati riconosciuti come il tabellone apicale centrale con la Crocifissione (inv. 1890, n.6089, numero di catalogo 0900160387) e uno scomparto della predella raffigurante San Francesco d’Assisi e San Nicola di Bari che placa la tempesta (inv. 1890 n. 3333, numero di catalogo 0900160388). Per quanto concerne la storia collezionistica delle due tavole dell’Annunciazione, si può riportare che: nel 1916 si ha loro notizia nelle mani dell’antiquario Paolo Paolini, mentre in un imprecisato periodo tra le due guerre vengono rintracciate a Firenze nella collezione Philip J. Gentner (SBARAGLIO 2006; DE MARCHI 2024); le sappiamo però acquistate dal pittore e conservatore Giannino Marchig nel 1943 (ZERI, 1976). L’antiquario romano Emilio Sestieri le acquista poi intorno al 1946 e già nel 1947 le cuspidi vengono segnalate, sempre a Roma, presso la collezione Carandini; vengono poi acquistate dalla Galleria dell’Accademia nel 2021. Le ipotesi attributive sono varie: Giorgio Vasari (VASARI, 1846) nella sua descrizione della cappella Ardinghelli, è il primo a dare nota della presenza di un polittico; l’intera decorazione, sia parietale che mobile, viene datata dallo storico aretino al 1413 e attribuita erroneamente a Lorenzo Monaco (MILANESI, 1860). La convinzione attributiva del Vasari confermava le ipotesi espresse ne Il Libro di Antonio Billi (1480-1536 circa) e nel Codice Magliabechiano (1537-1542 circa). La datazione sembra però particolarmente azzardata e probabilmente attribuibile a una errata interpretazione di due testamenti entrambi rogati nel 1413 in cui venivano menzionate delle rendite per il mantenimento della cappella (SBARAGLIO, 2006). È invece certo che l’artista ricevette pagamenti per la decorazione dell’intera cappella tra il 1423 e il 1424 (SBARAGLIO, 2019). Luciano Berti (BERTI,1964) avvicina poi le due cuspidi con l’Annunciazione all’attività giovanile di Paolo Uccello (SBARAGLIO 2006; DE MARCHI, 2024). Fu il Bellosi invece (BELLOSI, 1966), che nel 1966 collegò tra loro i tre tabelloni apicali con la “Crocifissione” e l’”Annunciazione” e il pannello della predella con le “Stimmate di San Francesco e San Nicola da Bari che salva i naviganti da un fortunale”, tutti elementi identificati come appartenenti al polittico Ardinghelli. Ne dedusse poi l’attribuzione al Toscani, riconoscendo l’affinità con i resti della decorazione ad affresco della cappella cui era destinato, unica testimonianza documentata della produzione artistica del pittore; gli affreschi erano stati scialbati in anni poco precedenti al 1740 per poi essere in parte riscoperti nel 1888 (SBARAGLIO, 2006). Bellosi confuta così l’ipotesi di Richard Offner, che aveva inserito le tavole del polittico nel corpus di un artista che il critico aveva battezzato come Maestro del Crocifisso Griggs. L’opera che avrebbe dato il nome a quest’ultimo anonimo artista, conservata al Metropolitan Museum di New York (con identificativo 43.98.5), è oggi riferita dalla critica all’attività giovanile di Beato Angelico (SBARAGLIO, 2019). In un approfondito studio del 1982, Anna Padoa Rizzo confermò l’attribuzione del polittico grazie all’analisi di un documento conservato presso l’Archivio Conventuale di S. Trinita, l’“Istoria della venerabile Basilica della SS. Trinità di Firenze l'anno 1740” dell’abate Bernardo (o Benigno) Davanzati che, avendolo visto ancora integro, ne aveva dato una puntuale descrizione (PADOA RIZZO, 1982)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901402445
- NUMERO D'INVENTARIO 10805
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
- ENTE SCHEDATORE Galleria dell'Accademia di Firenze
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0