Giove bambino nutrito dalla capra Amaltea. Rilievo con scena di Giove bambino nutrito dalla capra Amaltea
stampa di riproduzione
ante 1693 - 0000
Bartoli Pietro Sante (attribuito)
1635 - 1700
DIVINITA': Giove, Zeus bambino. DIVINITA' MINORI: Ninfa o capra Amaltea
- OGGETTO stampa di riproduzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquaforte
- AMBITO CULTURALE Ambito Raffaellesco
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ATTRIBUZIONI
Bartoli Pietro Sante (attribuito): incisore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo della Grafica di Pisa
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Lanfranchi
- INDIRIZZO Lungarno Galilei, 9, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La stampa di P. S. Bartoli, contenuta nel suo Admiranda romanarum antiquitatum del 1693 (tav. 26) commentato da G.P. Bellori, raffigura una scena mitologica relativa all’infanzia di Zeus (o Giove): Amaltea porge da bere con una cornucopia al piccolo Giove, seduto su una formazione rocciosa alla cui sommità vi è un’aquila che dilania una lepre. L’albero, forse un platano, ospita uccelli e un nido con i piccoli volatili; intorno al tronco un serpente. A destra un piccolo Pan che suona all’interno di una grotta rocciosa. Il soggetto, recante alcune variazioni rispetto all’originale, è tratto da un rilievo marmoreo, datato tra la fine del I sec. e l’inizio del II d.C., proveniente dalla zona del Laterano o dalle Terme Neroniane, che apparteneva alla collezione del Marchese Vincenzo Giustiniani (al cui stemma allude l’aquila rappresentata sulla destra). Dall’inventario del 1638, relativo ai beni presenti nella villa Giustiniani fuori Porta del Popolo, sappiamo che il marmo decorava le scale d’ingresso che portavano agli appartamenti del piano nobile. Esso, inoltre, doveva essere oggetto di particolare ammirazione se nell’inventario del 1667 e in quelli successivi lo si descrive “di esquisita maniera e di grand.ma consideraz.ne”. Nei primissimi anni dell’Ottocento, il rilievo finì nella raccolta di Luciano Bonaparte (1775-1840), dal quale l’acquistò papa Pio VII Chiaramonti (reg. 1800-1823) nel 1817. Il pezzo, che è stato restaurato come indica il tallone di Amaltea, è oggi conservato al Museo Gregoriano Profano (Musei Vaticani). Lo stesso soggetto fu raffigurato da P. Testa (1612-1650) in un disegno oggi custodito nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (fol. XCVI, disegno 230, inv. n. 7066), da un ignoto autore – forse appartenente alla cerchia di F. Duquesnoy (1594-1643) – in un foglio a carboncino attualmente alla Royal Library (Bassi Rilievi Antichi II, 8276). Anche J. F. Greuter (1590-1662), negli anni Trenta del Seicento, dedicò al rilievo un’incisione contenuta nel secondo volume della Galleria Giustiniana (tav 61). La scena parzialmente modificata da Bartoli venne, infine, ripresa da B. De Montfaucon ne L’antiquité expliqué et représentée en figures del 1719 (I, tav. VII)
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente pubblico non territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901401380
- NUMERO D'INVENTARIO 3e
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Università di Pisa
- ISCRIZIONI in basso, a destra - 26 - corsivo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0