olifante, opera isolata - ambito norvegese (metà XIII sec)
Olifante a sezione ovale in zanna di tricheco, ridotta sui lati per ottenere superfici piane. L'estremità più stretta è formata da una protrome mostruosa a tutto tondo, sul cui dorso sono incisi piccoli cerchi concetrici e l'iscrizione. I due lati larghi della zanna sono decorati da girali: un lato presenta un intreccio di steli, in parte sottolineati da file di perle, che si conclude con un fiore gigantesco in prossimità dell'imboccatura maggiore; in mezzo ai girali si osservano quadrupedi, uccelli e una figura umana con berretto, abito corto e calzature. Sull'altro lato largo, i tralci tranttengono uccelli e piccoli draghi. Sul lato stretto, in corrispondenza della curva concava della zanna, vi è un motivo ad anelli intrecciati; l'altro lato (convesso) è liscio
- OGGETTO olifante
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MATERIA E TECNICA
avorio di tricheco/ incisione, intaglio, pittura
- AMBITO CULTURALE Ambito Norvegese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
- INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Oggetto raro ed eccezionale per dimensioni e apparato decorativo. Mostra uno stile affine alle sculture delle stavkirke norvegesi (Torpo, Heddal) ed è avvicinabile agli ornati incisi sul retro degli scranni regali negli scacchi dell'isola di Lewis (Trondheim ?, 1200). I motivi decorativi sono affini anche a quelli di un manico di coltello norvegese del 1200 circa (Amburgo, Museum für Kunst und Gewerbe, inv. 1919.260). Blindheim ha proposto di datare l'olifante del Bargello alla metà del XIII secolo; cronologia accolta anche da Gaborit-Chopin (in Ciseri 2018, p. 116). Secondo Blindheim, quest'opera, citata negli inventari del Tesoro della Sainte-Chapelle di Parigi fin dal 1368-1377, con tutta probabilità è stata offerta nel 1274 dal re di Norvegia Magnus IV Lagabøter a Filippo III di Francia, come ringraziamento per l'invio di una sacra Spina proveniente dal Tesoro della Sainte-Chapelle. La provenienza dell'olifante dalla Sainte-Chapelle di Parigi è attestata dall'opera del canonico Sauveur-Jérȏme Morrand sulla cappella palatina, pubblicata nel 1790 e corredata da un'incisione delle due facce larghe e del lato stretto intagliati dell'olifante. Dopo la Rivoluzione francese, in seguito alla dispersione del Tesoro della Sainte-Chapelle, venne acquistato da Jean-Baptiste Carrand da un "collezionista di provincia", che lo "avrebbe trovato presso un mercante sul lungo Senna a Parigi verso il 1794-1795" (Gaborit-Chopin in Ciseri 2018, p. 118). Louis Carrand credeva erroneamente fosse appartenuto a Rollon duca di Normandia (879-927; Ivi). Gaborit-Chopin osserva che la parola "Res" nell'iscrizione runica potrebbe indicare sia l'artista che il committente
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901395399
- NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 39
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI sul mostro che forma l'imboccatura minore, incisa su ambo i lati - "Res - mi ha fatto" (trad. Blindheim in Oslo 1972) - forme runiche - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0