re in trono tra due servitori

scacco

Pezzo per il gioco degli scacchi di forma semicilindrica, scolpito in porzione di zanna di elefante. Oggetto dalla parte anteriore piana, composta da un rettangolo, delimitato da fasce ornamentali (in alto palmette triangolari stilizzate a file contrapposte; in basso, losanghe alternate a triple e doppie linee; ai lati, racemi vermicolari), sormontato da un arco aperto, ornato da un fregio a palmette stilizzate. Al centro, è raffigurato un re in trono, fianccheggiato da due servitori che scostano un tendaggio. La parte posteriore, semicilindrica, presenta alle estremità due fasce decorate con trecce a due capi, che definiscono un colonnato aperto (con colonne binate centrali). La base delle colonne mostra una doppia modanatura; i motivi che ornano gli archi e i capitelli sono simili a quelli incisi nel lato anteriore. L'interno dell'oggetto è scavato e lascia intravvedere il retro liscio del trono regale

  • OGGETTO scacco
  • MATERIA E TECNICA avorio/ incisione, intaglio, pittura, foratura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Meridionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo del Bargello
  • INDIRIZZO Via del Proconsolo 4, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tinta rossa non è originaria, ma potrebbe aver ripreso il rosso che contraddistingueva una delle parti avversarie nel gioco degli scacchi in contrapposizione al bianco, oppure potrebbe essere il colore del bolo per la doratura. Questo scacco è affine agli scacchi detti "di Carlo Magno", provenienti dal Tesoro dell'abbazia di Saint-Denis, eseguiti nell'Italia meridionale (Salerno) alla fine dell'XI secolo, che si conservano alla Bibliothéque nationale de France. Secondo Speciale (in Salerno 2007; 2022, p. 340), questo pezzo, insieme all'altro Re Carrand (inv. 60 Carrand, NCTN 0901395362), al Visir Caylus (Parigi, Bibliothéque nationale de France, Départements des Monnaies, médailles et antiques, inv. 55.307) e alla Regina di Berlino (Staatliche Museen, Preussicher Kulturbesitz, inv. 615), sono "repliche storiche del set di Carlo Magno". Tale proposta è stata rifiutata da Gaborit-Chopin che, nel caso del Re in esame, ha evidenziato le strettissime analogie con gli "scacchi di Carlo Magno". Benché di dimensioni ridotte, lo scacco del Bargello mostra parallelismi con il Re dal baldacchino merlato del "gruppo di Carlo Magno" nel materiale adottato, nell'iconografia generale e anche nei dettagli (ad es. il re regge uno scettro e punta l'indice della mano destra), nei particolari fisionomici (lo strabismo del Re del Bargello si riscontra anche nel Re e nella Regina con il baldacchino merlato degli scacchi di Saint-Denis), nei motivi ornamentali e architettonici (fasce fogliate e basi e capitelli delle colonne binate) e nelle particolarità tecniche (svuotamento dell'interno del pezzo con trono a vista). Tuttavia il Re del Bargello non è una copia pedissequa dello scacco di Saint-Denis: si differenzia nell'apertura del frontone, nella decorazione della base e dei montanti, nel retro del trono liscio, nella postura del re e nell’atteggiamento dei servitori e nella diversa veste del re. Il motivo vermicolare, assente negli scacchi "di Carlo Magno", è ricorrente negli avori di Salerno e negli altri manufatti collegati a questi, come l'astuccio del Metropolitan Museum di New York (inv. 17.190.236), il trittico della collezione Ruddock e gli olifanti prodotti nello stesso ambito. La capigliatura del Re del Bargello è pure affine a quella di alcuni personaggi del paliotto di Salerno. Alla luce di queste considerazioni, Gaborit-Chopin ritiene che le "somiglianze stilistiche sembrano dichiarare un'appartenenza di questo Re allo stesso ambiente artistico degli scacchi di Saint-Denis e degli avori di Salerno, ovvero l'Italia meridionale alla fine dell'XI secolo o verso l'anno 1100" (cfr. in Ciseri 2018, p. 163). Le differenze tra questo scacco e quelli di Saint-Denis, secondo la studiosa, attestano la sua appartenenza a un altro set da gioco, riconducibile a una tipologia analoga. Tuttavia la debolezza dell'intaglio del pezzo del Bargello non consente "di fugare completamente il dubbio sorto" sulla sua autenticità (Ivi). Quanto alla provenienza, secondo Supino (1898) Louis Carrand acquistò il pezzo dalla collezione di Edward Barry a Tolosa, ma esso non è presente nel catalogo dell'asta avvenuta a Parigi nel 1880, dopo la morte del collezionista nel 1879. Forse Carrand acquistò lo scacco, insieme all'altro Re (inv. 60 Carrand; NCTN 0901395262) direttamente da Barry (Gaborit-Chopin in Ciseri 2018, p. 163)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901395373
  • NUMERO D'INVENTARIO Collezione Carrand 61
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • ENTE SCHEDATORE I Musei del Bargello - Museo Nazionale del Bargello
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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