Nell'affresco sono raffigurati un festone a foglie di quercia avvolto da un nastro che corre lungo la ghiera dell'arco e, subito sopra, una cornice a finti marmi composta da un motivo circolare traforato in marmo bianco alternato a dischi di marmi policromi

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Domenico Veneziano (1400-1410 Ca./ 1461)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Egidio
  • INDIRIZZO Piazza di Santa Maria Nuova, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco fa parte dei lacerti individuati nel coro della chiesa di Sant'Egidio nel 1938-1939, nel corso delle indagini promosse da Mario Salmi per rintracciare i resti della decorazione quattrocentesca che fu di importanza capitale per la pittura fiorentina rinascimentale. La sinopia e i cinque frammenti di affreschi ritrovati nelle pareti sotto lo scialbo furono staccati nel 1954 dal restauratore Leonetto Tintori e vennero ricoverati nei depositi della Soprintendenza, mentre alcuni lacerti rinvenuti sotto la mostra dell'organo sono rimasti in loco. Nel 1990 la sinopia e i quattro frammenti di affreschi più grandi furono esposti nel Museo del Cenacolo di Sant'Apollonia (il frammento più piccolo rimase in deposito dove si trova ancora oggi). Giorgio Vasari descrisse il ciclo come opera di Domenico Veneziano, ricordando però che il pittore lo lasciò "imperfetto" e che fu completato da Andrea del Castagno e da Alessio Baldovinetti. Nel 1594 il rifacimento della zona absidale attuato da Bernardo Buontalenti dovette comportare lo scialbo e la parziale perdita del ciclo, che divenne poi pressoché totale nel 1722-1723, quando Matteo Bonechi e Giuseppe Tonelli decorarono nuovamente la volta e le pareti. Le ricerche documentarie (Milanesi 1862; Giglioli 1905; Wohl 1971; Idem 1980; Bernacchioni 2000) hanno permesso di individuare i pagamenti a Domenico Veneziano (1439-1445, con la notizia della presenza di Piero della Francesca come aiuto), ad Andrea del Castagno (1451-1453), ad Alessio Baldovinetti (1460-1461) e infine a Giusto d'Andrea (1470), che completò la decorazione con le specchiature marmoree nella fascia inferiore delle pareti. Come attestato dalla descrizione vasariana il ciclo raffigurava le Storie della Vergine: nella parete sinistra, dipinta da Domenico Veneziano, si trovavano l'Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta Aurea, la Natività della Vergine e lo Sposalizio della Vergine, mentre nella parete destra, affidata ad Andrea del Castagno, erano l'Annunciazione, la Presentazione di Maria al Tempio e la Morte della Vergine. Non abbiamo informazioni precise su cosa fosse raffigurato nella volta o nella parete di fondo, dove Vasari ricorda soltanto un figura di Sant'Egidio molto lodata di Alessio Baldovinetti. La volta originaria aveva una struttura a sesto acuto con costoloni ma la sua forma fu radicalmente mutata nel corso dei rimaneggiamenti successivi. Rimane traccia dell'assetto più antico nella struttura muraria della parete di fondo che oggi risulta occultata dalla mostra dell'organo. In occasione delle indagini promosse da Salmi la rimozione dell'elemento superiore della mostra dell'organo ha permesso di portare alla luce la forma originaria dell'arco e un residuo della decorazione quattrocentesca. La documentazione di questo frammento è affidata alle fotografie in bianco e nero scattate all'epoca, ma la puntuale descrizione del Salmi riporta anche i valori cromatici della pittura. La fascia di marmo bianco a trafori spicca contro un fondo verde ed è inframezzata da dischi rossi di porfido, mentre al di sopra di questa si trova una stesura di azzurro oltremarino con raggi dorati e una campitura verde con residui di argento ossidato che Salmi interpretava come la parte inferiore di una mandorla destinata ad ospitare una figura. Tale assetto corrisponderebbe alla tradizionale decorazione delle quattro vele della volta con le figure dei quattro Evangelisti o, più raramente, con le quattro Virtù. Data la prassi usuale di iniziare l'affrescatura dalla volta, queste pitture possono essere riferite alla prima fase dell'intervento di Domenico Veneziano
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901393360
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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