La Natività tra san Giorgio e san Vincenzo Ferrer

dipinto,

Dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Lippi Filippo (1406/ 1469)
    Diamante Di Feo Detto Fra' Diamante (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE collezione comunale
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Palazzo Pretorio
  • INDIRIZZO Piazza del Comune, Prato (PO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Giorgio Vasari, all'interno delle sue "Vite", ricorda la presenza di due dipinti di Filippo Lippi all'interno della chiesa pratese di San Domenico: nonostante il loro soggetto non fosse identificato, la critica ha sempre ritenuto che l'opera in oggetto fosse una di quelle citate. Il dipinto subì gravi danni sulla superficie pittorica durante l'incendio della struttura del 1647, per poi essere spostato dopo le soppressioni, nel 1867, nella Galleria Comunale. Papini rammenta un primo restauro coevo all'edizione del catalogo del 1912, operazione volta unicamente alla rimozione delle polveri e dei fumi stratificatisi sulla pellicola pittorica, giacché la pittura sottostante risultava precaria, screpolata e "ribollita". L'attribuzione della tavola non è mai stata messa in discussione, anche se non è completamente autografa di Filippo Lippi, di certo aiutato dalla bottega - da diverso tempo ormai è stato avanzato il nome di Fra' Diamante. Nonostante il dipinto sia correntemente noto col titolo de "La Natività", il soggetto rappresentato è, più propriamente, una Adorazione del Bambino. Daniele Piacenti, a seguito delle indagini diagnostiche collegate ai restauri del dipinto, ha reso noto che il nucleo originale dell'opera era costituito dalle sole tavole centrali, raffiguranti proprio la Madonna, il Bambino, San Giuseppe e la stalla, con una terminazione a cuspide a centinatura mistilinea, come fosse un tabernacolo. Le altre due tavole laterali, oltretutto di un'essenza lignea differente, sarebbero state aggiunte in seguito, una volta cambiata la destinazione o la committenza - in un momento di certo successivo alla canonizzazione del santo Vicenzo Ferrer (1455). Secondo Maria Pia Mannini il dipinto sarebbe stato requisito nel 1810 dalle truppe napoleoniche e portato in Francia, per tornare in San Domenico nel 1817: in realtà la bibliografia a riguardo (Fantappiè, I, 1983) riporta che durante la soppressione napoleonica il dipinto fu soltanto spostato dal convento alle "stanze di cancelleria", ossia presso il Magistrato Civico in piazza del Comune
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901390682
  • NUMERO D'INVENTARIO 1317
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Prato
  • ISCRIZIONI Sulle due pagine del libro - TIMETE DEUM QUIA VENIT HORA IUDICII EIUS -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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