Ritratto allegorico di Dante

dipinto,

Dante è raffigurato, al centro della lunetta, in Paradiso seduto, di profilo, mentre tiene tra le mani un libro aperto con il Canto XXV del Paradiso. Indossa un abito rosso e ha il capo coperto da un cappello circondato da una corona di alloro. Sullo sfondo, sulla destra il monte del Purgatorio circondato dall'acqua

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Allori Agnolo Detto Bronzino (1503/ 1572): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende storiche della lunetta sono legate a un episodio riferito da Giorgio Vasari nella Vita del Bronzino. Al suo ritorno da Pesaro il pittore ricevette da Bartolomeo Bettini la commissione dei ritratti dei tre padri della letteratura italiana, Dante, Petrarca e Boccaccio, da collocare nelle lunette di una stanza della sua abitazione. Il significato del progetto è descritto sempre dal Vasari nella Vita del Pontormo, al quale fu commissionato dal Bettini il dipinto "Venere e Amore" per la stessa sala, nelle cui lunette avrebbero dovuto essere affisse, oltre alle effigi dei tre fondatori della letteratura italiana, quelle di altri poeti toscani. Dalla testimonianza del Vasari si evince che nel 1536, alla partenza del Bettini per Roma, solo i ritratti del Bronzino erano già collocati nella sala, di cui l'unico conosciuto è quello di Dante, di cui si conoscono il disegno preparatorio e una replica di bottega. Non sono note le vicende che hanno portato il dipinto fuori da casa Bettini e la sua storia successiva; è tuttavia evidente dal suo stato di conservazione che subì un prolungato arrotolamento che causò la perdita di parte della pittura sul fondo, del libro, del monte e della mano destra del poeta. Nonostante i danni, il dipinto fortemente pontormesco e pervaso da richiami alla scultura di Michelangelo, si dimostra di eccellente fattura. Gli incarnati del volto e della mano sinistra del poeta sono animati da un modellato raffinato, reso mobile dal gioco sensibile dei riflessi luminosi, che mette in risalto soprattutto le sue fattezze, fortemente plastiche in uno scorcio insolitamente ardito. E' evidente anche una particolare sensibilità per la luce che deriva probabilmente dalla conoscenza della pittura di Dosso con cui il Bronzino entrò in contatto nel 1531 a Pesaro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901390510
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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