decorazione floreale e a ornati
saliera,
ca 1860 - ca 1924
Porzellan-manufaktur Meissen (attiva Dal 1710 Ad Oggi, In Altra Sede)
attiva dal 1710 ad oggi, in altra sede
Saliera con due contenitori a forma di cestina con manico e una figura di giovane uomo seduta sopra
- OGGETTO saliera
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MISURE
Altezza: 13 cm
- AMBITO CULTURALE Manifattura Di Meissen
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ATTRIBUZIONI
Porzellan-manufaktur Meissen (attiva Dal 1710 Ad Oggi, In Altra Sede)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Guardaroba di Palazzo Pitti/ Lascito Laguzzi
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
- INDIRIZZO Piazza de' Pitti 1, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esemplare appartiene alla collezione del sacerdote Giacomo Laguzzi, da lui stesso donata il 17 agosto 1943 all'allora R. Soprintendenza alle Gallerie per le provincie di Firenze Arezzo e Pistoia (vedi Verbale con l'elenco delle opere consegnate, dove la siglatura alfa numerica associata alle singole voci corrisponde a quella indicata sull’etichetta apposta su ciascun esemplare). La collezione fu depositata a Palazzo Pitti presso il Museo degli Argenti (ora Tesoro dei Granduchi), dove fu esposta dopo gli eventi bellici e successivamente trasferita nella guardaroba della Galleria d'Arte Moderna. Essa è costituita da centotré miniature su lastre in porcellana aventi in prevalenza come archetipi dipinti, da venticinque piatti (dodici appartenenti a una serie con raffigurate scene ispirate alle opere di Richard Wagner e i rimanenti decorati con raffigurazioni di gusto naturalistico o tratte da dipinti di maestri dei secoli precedenti) e ancora da sessanta esemplari tra statuette, scatole, vasi e gruppi scultorei. Sempre per volontà del Laguzzi, a questo nucleo sono stati aggiunti nel 1946 alcune miniature, sempre su lastra in porcellana. L'esecuzione dei manufatti che formano questa raffinata e variegata raccolta è prevalentemente riconducibile alle fabbriche di porcellane attive a Dresda, ma anche in Turingia (vedi il marchio di fabbrica presente su quasi tutti gli esemplari), ed è databile tra la fine dell'Ottocento e non oltre il 1942, in riferimento all’anno della sua donazione. Questa collezione vanta anche la presenza della principale manifattura di porcellane tedesca, quella di Meissen fondata nel 1710 da Augusto il Forte, Elettore di Sassonia e re di Polonia. Il nucleo riunito dal Laguzzi è costituito da ventotto sculture, come rivelato dalla presenza su di esse del marchio con le due spade incrociate. Vi sono soggetti rappresentativi della produzione di questa fabbrica, quali gli animali, ma anche in linea con il gusto dell’epoca e quindi comuni ad altre manifatture di porcellane, come le riduzioni dalla statuaria antica, le figure allegoriche, oltre ai putti e ai fanciulli di gusto arcadico pastorale e ancora a gruppi con scene galanti, allegoriche e mitologiche. Nonostante la comunanza di generi, le sculture di Meissen sono riconoscibili per la raffinatezza del modellato, per il candore della porcellana e per il raffinato decoro pittorico, dove presente. Il marchio di fabbrica è riprodotto in blu sottovernice prevalentemente al di sotto della base e in genere è accompagnato da sigle impresse nella pasta prima della cottura, tra cui quella solitamente alfa numerica identifica il modello dell’esemplare rappresentato, mentre l’altra è ipoteticamente da ricondurre alla maestranza che l’ha eseguito. In taluni casi, sugli esemplari in policromia vi è anche un numero realizzato a pennello, forse da riferire al decoratore. La presenza nella collezione Laguzzi di esemplari di Meissen non decorati trova giustificazione con i soggetti rappresentati di gusto antiquario o allegorici, ad eccezione di una fanciulla che gioca con un cagnolino e di un orientale danzante, che richiama le “chinoiserie” eseguite nella fabbrica fin dai primi anni di attività. La saliera è costituita da due contenitori circolari a forma di cestine di vimini intrecciate con manico. Su di essi è seduto un fanciullo con sguardo ammiccante e la mano destra sul petto. Si tratta di una variante ad un analogo esemplare conservato nella raccolta Laguzzi insieme ad una versione femminile, con cui costituisce un pendant, dove in entrambi i casi le figure tengono un fiore in mano (inv. OdA Pitti nn. 2148, 2149). Il confronto tra il citato esemplare e il nostro ha evidenziato altre varianti, ad esempio, nell’orientamento della testa della figura, così come nell’apertura del gilet e nella rappresentazione della camicia sottostante. Tuttavia, le lievi differenze non impediscono di ricondurre entrambe le composizioni ad un medesimo modello, illustrato nella versione con il fiore nella mano destra all’interno del campionario di fabbrica intitolato “Nachschlagewerk für Sammler, Händler und Museen. Auf den nächsten 80 Seiten (schwarz/weiẞ) finden Sie Figuren, Gruppen, Büsten, Pagoden usw., mit den dazugehörigen Formnummern (Ohne Anspruch auf Vollstandingkeit) von 1710-1910” e pubblicato in K. Krockenberger, “Meissen Porzellan. Das weiẞe Gold”, Winnenden 2005, ha rivelato la presenza della nostra coppia di saliere con un medesimo numero di modello “3024” (p. 104). L’etichetta applicata con la numerazione corrispondente alla voce sul verbale di consegna della collezione Laguzzi (Laguzzi 9) copre parte della superficie del manufatto, pertanto non permette una piena lettura di eventuali sigle apposte sotto la base. Nel caso dell’esemplare preso in esame risulta visibile solamente la marca della Manifattura di Meissen, con le due spade incrociate dipinte in blu
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901143167
- NUMERO D'INVENTARIO OdA Pitti 2135
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
- ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- ISCRIZIONI sotto la base, su etichetta applicata - E 27 - a inchiostro -
- STEMMI sotto la base - di fabbrica - Marchio - due spade incrociate, in blu
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
dichiarazione autografa (1)
dichiarazione autografa (2)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0