Geck. figura maschile poggiata ad una colonna con un libro in mano

statuetta, CA 1920 - CA 1943

Scultura a tutto tondo

  • OGGETTO statuetta
  • MATERIA E TECNICA porcellana dura/ pittura
    porcellana dura/ invetriatura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Di Meissen
  • ATTRIBUZIONI Porzellan-manufaktur Meissen (attiva Dal 1710 Ad Oggi, In Altra Sede)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Guardaroba di Palazzo Pitti/ Lascito Laguzzi
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO piazza de' Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esemplare appartiene alla collezione del sacerdote Giacomo Laguzzi, da lui stesso donata il 17 agosto 1943 all'allora R. Soprintendenza alle Gallerie per le provincie di Firenze Arezzo e Pistoia (vedi Verbale con l'elenco delle opere consegnate, dove la siglatura alfa numerica associata alle singole voci corrisponde a quella indicata sull’etichetta apposta su ciascun esemplare). La collezione fu depositata a Palazzo Pitti presso il Museo degli Argenti (ora Tesoro dei Granduchi), dove fu esposta dopo gli eventi bellici e successivamente trasferita nella guardaroba della Galleria d'Arte Moderna. Essa è costituita da centotré miniature su lastre in porcellana aventi in prevalenza come archetipi dipinti, da venticinque piatti (dodici appartenenti a una serie con raffigurate scene ispirate alle opere di Richard Wagner e i rimanenti decorati con raffigurazioni di gusto naturalistico o tratte da dipinti di maestri dei secoli precedenti) e ancora da sessanta esemplari tra statuette, scatole, vasi e gruppi scultorei. Sempre per volontà del Laguzzi, a questo nucleo sono stati aggiunti nel 1946 alcune miniature, sempre su lastra in porcellana. L'esecuzione dei manufatti che formano questa raffinata e variegata raccolta è prevalentemente riconducibile alle fabbriche di porcellane attive a Dresda, ma anche in Turingia (vedi il marchio di fabbrica presente su quasi tutti gli esemplari), ed è databile tra la fine dell'Ottocento e non oltre il 1942, in riferimento all’anno della sua donazione. Questa collezione vanta anche la presenza della principale manifattura di porcellane tedesca, quella di Meissen fondata nel 1710 da Augusto il Forte, Elettore di Sassonia e re di Polonia. Il nucleo riunito dal Laguzzi è costituito da ventotto sculture, come rivelato dalla presenza su di esse del marchio con le due spade incrociate. Vi sono soggetti rappresentativi della produzione di questa fabbrica, quali gli animali, ma anche in linea con il gusto dell’epoca e quindi comuni ad altre manifatture di porcellane, come le riduzioni dalla statuaria antica, le figure allegoriche, oltre ai putti e ai fanciulli di gusto arcadico pastorale e ancora a gruppi con scene galanti, allegoriche e mitologiche. Nonostante la comunanza di generi, le sculture di Meissen sono riconoscibili per la raffinatezza del modellato, per il candore della porcellana e per il raffinato decoro pittorico, dove presente. Il marchio di fabbrica è riprodotto in blu sottovernice prevalentemente al di sotto della base e in genere è accompagnato da sigle impresse nella pasta prima della cottura, tra cui quella solitamente alfa numerica identifica il modello dell’esemplare rappresentato, mentre l’altra è ipoteticamente da ricondurre alla maestranza che l’ha eseguito. In taluni casi, sugli esemplari in policromia vi è anche un numero realizzato a pennello, forse da riferire al decoratore. La presenza nella collezione Laguzzi di esemplari di Meissen non decorati trova giustificazione con i soggetti rappresentati di gusto antiquario o allegorici, ad eccezione di una fanciulla che gioca con un cagnolino e di un orientale danzante, che richiama le “chinoiserie” eseguite nella fabbrica fin dai primi anni di attività. La statuetta raffigurante un “Geck” (damerino, spavaldo) è stata ideata in coppia con la gentildonna in atteggiamento dimesso e pensieroso denominata “Biedermeierdame” (vedi “The Opulent Eye & Carpets”, catalogo di vendita Christie’s, New York, 26 novembre 2013, lotto 2748). L’invenzione di entrambe le figure in piedi accumunate dalla medesima posa in controparte si deve allo scultore, pittore e grafico Paul Scheurich (New York, 1883 - Brandenburg an der Havel, 1945), che tra il 1900 e il 1902 si formò all'Accademia di Berlino. Tra gli anni Venti e gli anni Trenta intraprese la sua collaborazione per la Manifattura di Meissen, all’epoca diretta da Max Adolf Pfeiffer, che nel 1939 seguì a Königliche Porzellan-Manufaktur (KPM), dove ne acquisì la direzione. Fu ritenuto uno dei principali modellatori in porcellana della prima metà del Novecento e a lui si deve la creazione di oltre cento modelli (vedi “Meissner Manuskripte”, VIII, pp. 34,35; J. Rafael, “Paul Scheurich, 1883-1945. Porzellane für die Meissener Manufaktur”, Meissen 1995). Sotto la base del nostro esemplare è impressa la sigla “F 235” riscontrabile anche sulle altre statuette con questo soggetto, a conferma che si tratta del numero di modello, il quale però non è consequenziale a quello della figura in pendant (“F 241”). Ciò porta a ipotizzare che il “Geck” inizialmente sia stato pensato come soggetto singolo. Degli altri numeri solamente il “74”, segnato a pennello, è presente su entrambe le figure della coppia illustrata nel catalogo on-line della Sabet Antiquitäten di Berlino, dove peraltro nella fanciulla all’altezza del basamento della colonna è visibile la firma dello scultore “Paul Scheurich” (vedi https://sabet-antik-berlin.de/meissen-figurenpaar-biedermeierdame-und-geck-prof-paul-scheurich/, consultato 30/6/2020). La numerazione a pennello potrebbe essere riferita al decoratore, poiché a differenza della sigla che indica il modello e che è costante sulle versioni poste a confronto, essa risulta, ad esempio, variata in “69.” su un’altra replica del nostro esemplare (vedi https://www.1stdibs.com/furniture/dining-entertaining/porcelain/finest-meissen-porcelain-figurine-dude-paul-scheurich-circa-1919/id-f_18790772/, consultato 30/6/2020)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901143144
  • NUMERO D'INVENTARIO OdA Pitti 2147
  • DATA DI COMPILAZIONE 2020
  • ISCRIZIONI sotto la base - "74" - numeri arabi - a pennello -
  • STEMMI sotto la base - di fabbrica - Marchio - due spade incrociate, in blu
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA dichiarazione autografa (1)
    dichiarazione autografa (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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