Statua raffigurante un angelo

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • ATTRIBUZIONI Tino Di Camaino (1285 Ca./ 1337): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le statuette risultano collocate, fin dal loro ingresso in Camposanto,alle estremità del monumento funebre quattrocentesco dell'arcivescovo Ricci ( 09/00235697), posto nel corridoio ovest. Nel 1935, separate da quest'ultimo, figurano nella sala del Grifo del Museo dell'Opera del Duomo. Esposte alla mostra della scultura pisana del 1946- 47, rimasero nel Museo di S. Matteo fino al 1986, quando vennero collocate nel nuovo Museo dell'Opera del Duomo. Secondo una nota apposta da Carlo Lasinio nell'inventario del 1831, la collocazione delle figure ai lati del quattrocentesco monumento Ricci sarebbe anteriore al passaggio di questo dal Duomo al Camposanto; in ogni caso, già al Conservatore era chiara la differenza di stile fra questi pezzi e quel complesso funebre. Le due figure di Angeli sono state riconosciute come opera di Tino di Camaino da Supino (1895b), che le riteneva provenienti dalla tomba di Arrigo VII; secondo lo studioso avrebbero trovato posto in origine nella camera funebre del monumento, dietro il giacente. L'autografia tinesca e il collegamento con la tomba imperiale sono accettati dalla storiografia successiva; le figure compaiono nella posizione prevista da Supino anche nelle successive proposte ricostruttive, fino a quelle più recenti di Naoki Dan. Solo Kreytenberg (1980, 1984a) ha escluso le statuette dalla sua ricostruzione del monumento, ed ha anzi messo in dubbio anche l'attribuzione a Tino di Camaino. La qualità delle statuette, in particolare dell'angelo "reggisudario" già evidenziato da Marangoni (1932), appare molto alta, e paragonabile non solo a quella delle altri parti attendibilmente riferite alla tomba di Arrigo, ma anche a posteriori creazioni tinesche; appare perciò strana e non condivisibile la svalutazione operata da Kreytenberg. Attendibile appare anche il collegamento col sepolcro imperiale ; per quanto la reale funzione deipersonaggi non sia esattamente precisabile, si può pensare che le figure trovassero posto nella camera funebre, analogamente a quanto si vede in molti altri monumenti, sia di Tino a Napoli, sia di altri scultori (p.e. la tomba di Azzone Visconti di Giovanni di Balduccio in S. Gottardo a Milano)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900769204-9
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00769204_09
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1993
    2014
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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