ritratto del marchese Filippo di Bartolomeo Corsini

dipinto, ca 1700 - ca 1700

Dipinto su tela raffigurante un ritratto maschile

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Passeri Giuseppe (1654/ 1714): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE "Filippo di Bartolomeo Corsini (1647-1706) fu personaggio di spicco dell'aristocrazia fiorentina e della vita culturale cittadina. Di lui Luigi Passerini dice che "abbenché facesse parte dei gentiluomini della corte, non poltrì nell'ozio siccome la maggior parte dei suoi colleghi, ma attese alacremente allo studio e con grande profitto" (L. Passerini, 'Genealogia e storia della famiglia Corsini', Firenze, 1858, pp. 155-156). Accademico della Crusca, traduttore dallo spagnolo della storia della conquista del Messico di Antonio de Solis, fu committente munifico e proiettato verso un gusto squisitamente romano. Visse a Roma per un certo periodo, dove fu accolto fra gli Arcadi. Con la costruzione del palazzo di via del Parione, su progetto di Pier Francesco Silvani e Anton Maria Ferri, Filippo introdusse a Firenze un'architettura di grande effetto scenografico, che interpreta "alla romana" la misurata e conservatrice tradizione edilizia fiorentina. La piena adesione alle più innovatrici tendenze artistiche dell'Urbe si nota anche in questo bel ritratto, indicato da Ulderigo Medici come di Carlo Maratta, figura centrale dell'ambiente artistico romano di fine Seicento. L'attribuzione al Maratta è stata confermata dalla letteratura artistica successiva (Gamba, p. 26, tav. XIII; Mezzetti, 1955, p.323; Sestieri, 1994, p.117), in virtù dell'alta qualità pittorica del dipinto. Gli studiosi tuttavia hanno sempre avanzato la riserva del dubbio, considerata l'impossibilità di avere un contatto diretto con l'opera, nota soltanto dalla foto pubblicata nel 1927 da Carlo Gamba. In tempi recenti l'attribuzione è stata spostata a un pittore dell'entourage di Maratta, Giuseppe Passeri, sulla scorta di due elementi: il passo di un inventario del 1784, conservato presso l'archivio Corsini di Roma, nel quale sono citati "due ritratti di due seniori Corsini, uno de' quali in veste da Camera; del Passeri" (Papini 1998, p. 187); e due schizzi preparatori conservati al Kunstmuseum di Düsseldorf. I disegni, sicuramente pertinenti al ritratto di Filippo, sono stati pubblicati da Dieter Graf nel corpus dei disegni del pittore. Giuseppe Passeri (1654-1714) frequentò la scuola di Carlo Maratta, di cui, stando ai biografi, fu l'allievo più amato, traducendo l'insegnamento del maestro in una "maggiore dolcezza e fluidità di modi e in una narratività meno grave rispetto ad altri maratteschi" ('La Pittura in Italia. Il Seicento', Roma 1989, 2 voll.; scheda 'Passeri, Giuseppe' a cura di E. Fumagalli II, p. 839). Va notato che la seconda edizione del catalogo di Ulderigo Medici (1886) registra questo dipinto nella prima sala della galleria, affiancato ad un altro ritratto autografo del Passeri, quello del cardinal Lorenzo Corsini, fratello di Filippo e futuro papa Clemente XII (1730). Nel ritratto di Filippo Corsini il Passeri dà un'interessante interpretazione del ritratto "cortigiano" codificato a Roma da Ferdinand Voet (detto Monsù Ferdinando). Come afferma Lione Pascoli, Passeri "ebbe gran maestria nel fare ritratti e servì molti e molti cavalieri e private persone" (L. Pascoli, 'Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni', Roma 1736, p. 302). In questo ritratto, il marchese Corsini si presenta come un gentiluomo nel pieno della sua maturità, con una sontuosa parrucca e un'altrettanto sfarzosa vestaglia di damasco azzurro a fiori d'oro e d'argento. Il ritratto in veste da camera rientra in una precisa tipologia di ascendenza francese, importata a Roma dal Voet e destinata ad avere grande fortuna nel corso del Settecento. Accanto alle raffigurazioni nelle quali i personaggi di alto rango ostentano nell'abbigliamento tutti i segni del prestigio sociale, sul finire del Seicento il gusto e la moda dell'aristocrazia europea mostrano di prediligere rappresentazioni meno convenzionali, nelle quali si intende offrire un'immagine di sé più disinvolta e privata, senza tuttavia rinunciare ad un chiaro messaggio di prestigio sociale. Risulta infatti evidente che il gesto magniloquente di Filippo Corsini, così come il pesante panneggio della sua veste damascata, sono elementi che non nascondono ma anzi mettono in risalto l'alta dignità del gentiluomo, quasi a sottintendere che, anche in veste da camera, la nobiltà d'animo e di censo sono i tratti distintivi di questo illustre personaggio". Dott.ssa Giovanna Damiani, Soprintendenza SPSAE e per il Polo Museale della Città di Firenze
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900745776
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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