Allegoria per un cinematografo. allegoria

dipinto, 1948 - 1948

Dipinto ad encausto su masonite raffigurante a sinistra, guardando, un gruppo di figure vestite, a destra, figure nude che danzano. Sullo sfondo un paesaggio marino

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA encausto/ pittura a freddo su masonite
  • ATTRIBUZIONI Colacicchi Giovanni (1900/ 1992)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pucci di Ottavio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE "L'Allegoria per un cinematografo" è un lavoro site-specific maturato nell'ambito di una tradizione di decoro pubblico che a Firenze aveva avuto precedenti illustri nella risistemazione del Teatro Savoia (oggi Cinema Odeon), nella decorazione del caffè della nuova stazione ferroviaria, e di alcuni ambienti del Teatro Comunale. Il monumentale pannello, eseguito con la tecnica dell'encausto a freddo su masonite, fu realizzato dall'artista nell'aula di Decorazione dell'Accademia di Belle Arti (oggi aula Ghiberti), disciplina della quale Colacicchi era titolare dal 1939 (diventerà direttore dell'istituzione dal '48 al '68); le fasi di realizzazione del lavoro si svolsero ala presenza e con il coinvolgimento degl studenti (alcuni di loro, come Francesca Sebregondi, posarono da modelli), diventando oggetto di didattica collettiva. L'opera fu terminata e collocata in sede nell'ottobre del 1948, come si rileva dall'articolo di Raffaello Franchi ("Il Pomeriggio", Firenze, 6 ottobre 1948). Il linguaggio figurativo di viva evidenza (che fa pensare al Franchi ad un paragone con la danza delle "Grazie" del Foscolo) si inscrive nell'interesse dimostrato dall'artista per la rappresentazione della figura umana e del nudo, interesse rafforzato dall'incontro e dall'amicizia con Bernard Berenson, e divenuto in quegli anni difficili di secondo dopoguerra, vera e propria bandiera in nome della quale difendere una pienezza e complessità umanistica di rappresentazione che la divisione fra astrattisti e realisti andava minando alle fondamenta. Nel 1947 Colacicchi aveva fondato con Onofrio Martinelli, Emanuele Cavalli, Quinto Martini, Oscar Gallo ed Ugo Capocchini, il gruppo "Nuovo Umanesimo" presentatosi con una collettiva alla Galleria Vigna Nuova; nella dichiarazione scritta da Colacicchi stesso, si parlava di totalità di commozione e di impegno morale come necessarie all'attività dell'artista: da qui discendeva la centralità dell'immagine figurativa da intendersi quale ipotesi più alta e possibilità più piena, nell'intreccio fra elementi contenutistici e plastico- formali, di riproposizione analogica della delicata complessità umana. Il quadro del Gambrinus, che è l'opera di maggior impegno dell'artista in questo periodo, appare concepito anche per dare veste visiva a questi pensieri e renderne testimonianza davanti a tutta la città, e si sottolinea pertanto l'opportunità che non venga rimosso dalla sua sede originaria." dott.ssa Susanna Ragionieri
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900745156
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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