Cristo in gloria e Santi

icona, ca 1710 - ca 1724

La tavola è sottile, con intagli orizzontali nella parte superiore e in quella inferiore, nei quali verosimilmente venivano inseriti listelli trasversali. Manca l'incavo, non si rileva presenza di tela preparatoria e di levkas

  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Di San Pietroburgo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo delle Icone Russe
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO piazza de' Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella parte superiore del dipinto, in un cielo nuvoloso, è posta l'immagine a mezzo busto del Cristo, nell'atto di benedire con le due mani (la benedizione vescovile). Nella parte inferiore sono raffigurati sei santi in preghiera: al centro l'apostolo Pietro con un codice nella mano sinistra e Isacco Dalmata con un rotolo; a destra santa Cristina martire con un ramo di palma e il principe Aleksandr Nevskij in vesti di monaco; a sinistra i principi Boris (Roman) e Gleb (David), incoronati e con il ramo di palma. Questi personaggi erano venerati nella nuova capitale della Russia, San Pietroburgo, fondata nel 1703, e dalla famiglia imperiale. L'icona in esame, probabilmente eseguita su commissione di un eminente abitante della capitale o a lui offerta dal clero della città, era destinata ad esaltare la personalità e le gesta dello zar, soprattutto la fondazione della città. In accordo con lo spirito del tempo di Pietro, essa riflette il desiderio di esaltazione personale del committente, ma narra anche i memorabili eventi della storia dello stato con il linguaggio dei simboli religiosi, offrendo una rara documentazione dell'iconografia del tempo di Pietro I o dei suoi immediati successori. Nel catalogo del 1958 l'icona venne pubblicata col titolo errato di Ascensione; non tutti i nomi dei santi sono stati citati, la martire Cristina è stata indicata come Caterina. Rilevata come "europea" la maniera di esecuzione, la datazione è stata indicata fra fine del XVII e inizio XVIII secolo. In realtà l'opera, strettamente legata alla cultura pietroburghese dell'epoca di Pietro I, può essere datata con sufficiente precisione tra il 1710 e il 1720. Le particolarità della raffigurazione di Aleksandr Nevskij non permettono di insistere sulla supposizione che l'icona sia stata dipinta prima del decreto sinodale del 1724 o qualche tempo più tardi. Comunque si può supporre che l'immagine sia sicuramente in relazione alla traslazione dei resti del santo da Vladimir a San Pietroburgo. Le particolarità stilistiche non contrastano con la datazione proposta. L'icona ha segni chiarissimi di stile barocco che, insieme alla tecnica della pittura ad olio, estranea alla pittura russa di icone del tempo, rivela un legame abbastanza stretto dell'esecutore con la tradizione europea e insieme la mancanza di un desiderio di continuare la tradizione artistica del Palazzo dell'Armeria. Non è da escludere che il maestro che ha dipinto l'icona fosse legato alle tradizioni ucraine. L'opera, eseguita in maniera dura, non raffinata, ma espressiva, è una chiara testimonianza della varietà dell'arte religiosa a San Pietroburgo nel primo terzo del XVIII secolo. L'attenta programmaticità dell'icona e il suo stile "europeo" testimoniano che simili opere, anche se non di alto livello, circolavano negli ambienti colti della capitale, evidentemente vicini ai circoli di corte
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900742637
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 9331
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Le Gallerie degli Uffizi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • ISCRIZIONI accanto al Cristo benedicente - IC XC - caratteri cirillici -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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