Giudizio Universale

dipinto murale staccato, 1345 - 1345

La decorazione pittorica, in stato frammentario, è attualmente divisa su due pannelli molto lacunosi

  • OGGETTO dipinto murale staccato
  • MATERIA E TECNICA intonaco staccato/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Bonaccorso Di Cino (notizie 1341): escutore
  • LOCALIZZAZIONE Prato (PO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I due affreschi staccati provengono dalla sala del Pellegrinaio e successivamente, nel 1961 al momento del distacco, sono stati collocati nella sala degli Spedalinghi. Il completamento dell'ampio locale del Pellegrinaio corrispondente all'attuale sala Garibaldi, risale al 1338-1340 quando furono effettuati gli ultimi pagamenti al maestro Arrighetto e si pose mano alle decorazioni interne. Al fiorentino Bonaccorso di Cino è intestato un pagamento di 56 lire del rettore Francesco di Tieri del 16 aprile 1345 "di che lavorò a fare la dipintione del pellegrinario nuovo" e uno consimile del 21 agosto dello stesso anno. Più di lui fu impegnato negli affreschi e in altre opere pittoriche, forse ritenute minori, il maestro Giovanni di Lapo che a più riprese, dal 1344 al 1348, ebbe somme di denaro o quantità di grano perchè "dipinse nel pllegrinaio nuovo de chavali (capriate) e del palcho del teto e dell'altare et altri lavori", per "uno crocifisso intagliato", per "dipingitura de l'altare e per scudi e per mettere lo refettorio nuovo e per certe dipinture fatte nel detto refettorio", per "mignatura del libro", per "imbiancatura del teto del porticho a piedi del plegrinaio e per mettere a bianco la lunetta di sotto la porta e per rifacimento di schudi". i documenti pubblicati già nel 1962 ("Prato, storia e Arte"), e relativi ai pagamenti effettuati a Bonaccorso di Cino per l'esecuzione degli affreschi nel Pellegrinaio, hanno consentito al Millard Meiss (1971) dopo un ulteriore approfondimento delle indagini, di contribuire al chiarimento di una vicenda critica che si presentava complessa in ordine all'autografia delle opere e alla loro collocazione cronologica. Infatti prima del rinnovamento degli affreschi e poi dei relativi documenti i nomi di Bonaccorso di Cino e del suo compagno Alesso d'Andrea erano affiorati in merito alle pitture murali che ornano l'imbotte di una finestra in controfacciata nel Duomo di Pistoia, pitture che, eseguite nel 1347, Ugo Procacci (1964, 1967) aveva ritenuto, in base all'analisi documentaria, di dover assegnare ad Alesso d'Andrea. La vicinanza stilistica degli affreschi del Pellegrinaio a quelli pistoiesi e la contiguità cronologica smantellata invece l'attribuzione di Procacci e la seriazione proposta dal Meiss, che supponeva tra i due eventi un divario decnnale con collocazione del Giudizio dopo la metà del secolo, ma che proprio del Giudizio trattino i documenti che parlano genericamente di pitture, sembra confermato dall'ingente somma percepita da Bonaccorso, 105 lire e 17 soldi. Il tema del Giudizio, che un tempo si riteneva legato a fattori destabilizzanti quali la peste, si afferma in realtà già nei tardi anni trenta con gli affreschi di Buffalmacco nel Camposanto pisano. Pertanto la data 1345, anteriore alla peste, è significativa per cogliere e confermare la fortuna di questo tema già nella pittura toscana della prima metà del Trecento e viene confermato dal Bellosi (1984) col supporto esterno di una moda già aggiornata. L'affresco del Pellegrinaio, pur conservandosi in condizioni lacunose, mostra un maestro capace di costruire figure con sintesi plastica e cromatica unita a un uso definitorio della luce, caratteri mediati da Maso, di cui Bonaccorso di Cino dovette essere allievo e collaboratore. La sua attività, che ora riassume tutte le opere un tempo assegnate a Alesso (Neri Lusanna, 1983), dovette svolgersi prevalentemente tra Prato, ('Crocifissione' del Collegio Cicognini già nella Badia di Grignano); (monumento sepolcrale a fresco nel Duomo, Cfr. Boskovits, 1970, 1975) e Pistoia ('Eraclio che porta la croce' a San Francesco)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900693317-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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