calice, opera isolata - bottega fiorentina (sec. XVIII)

calice 1780 - 1799

La base, a sezione circolare, è impostata su un gradino liscio, che un'alta cornice convessa solcata verticalmente da nervature raccorda al corpo centrale liscio, che, rialzato su una piccola cornice bombata, reca lo stemma Alliata. Il fusto ha nodi di raccordo lisci a disco e nodo centrale piriforme, recante sulla calotta coppie di nervature, che percorrono anche il sottocoppa, profilato da cornice modanata. Coppa dorata all'interno

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calice è attestato per la prima volta nella rettificazione dell'inventa rio del 1836, effettuata nel 1839: in essa si afferma che l'oggetto è un legato dell'arcivescovo di Pisa Ranieri Alliata (1806-1836), come conferma, del resto, lo stemma inciso sulla base. Quindi, l'arredo è entrato a far p arte del patrimonio dell'Opera del Duomo probabilmente subito dopo la morte dell'Alliata, avvenuta nel 1836, e comunque entro il 1839. Il calice, da tato genericamente al XVIII secolo da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa, 1993, p. 71), come quello datato 1782 (scheda 20000001) appartiene all'ambito artistico fiorentino dell'ultimo ventennio del Settecento: il processo di svecchiamento delle strutture economiche e commerciali voluto dal granduca Pietro Leopoldo in campo economico-commerciale investe necessariamente anche il settore dell'oreficeria . Al mutamento radicale del sistema corporativo di origine comunale si affianca un'altrettanto radicale trasformazione dei principi formali, che con traddistinguono le opere di oreficeria di questi anni. I concetti estetici illuministici, improntati alla sobrietà ed alla funzionalità, s'incontrano con quelli rinascimentali propri della tradizione artistica fiorentina, ma i abbandonati neppure nel XVII e nel XVIII secolo. Gradualmente si accentua l'essenzialità delle forme e, soprattutto nei calici, si fa strada un gusto più innovativo, che rompe i ponti con la tradizione fogginiana dominante per tutta la prima metà del Settecento. Gli orafi delle botteghe fiorentine, superata quella lunga stasi creativa sfociata nella ripetizione infinita ed instancabile dei modelli elaborati nei laboratori granducali, crea no ora una nuova tipologia di calici. Eliminato progressivamente ogni orpello decorativo, si realizzano calici caratterizzati da nervature verticali raggruppate a coppie o a terne, che solcano per intero la superficie dell' oggetto. Tra un gruppo di nervature e l'altro sono racchiuse lisce superfici a specchio. Quasi completamente privo di decorazione, il nostro calice è percorso verticalmente sul bordo della base, sulla sommità del nodo e su l sottocoppa da coppie di nervature, che costituiscono l'unico motivo su una superficie totalmente liscia. La struttura dell'oggetto, sottolineata i n ogni sua parte, porta a riscoprirne la funzione. L'estrema essenzialità e semplicità di questi arredi determinano la nascita di una produzione seriale su vasta scala, che ottiene un'enorme successo, grazie anche ai costi limitati dovuti anzitutto alla diminuzione della quantità di argento usato . Dunque, possiamo considerare il nostro calice come esempio di questa fabbricazione standardizzata, che anticipa certi caratteri della produzione industriale del secolo successivo. Un raffronto diretto si può effettuare tra il calice di Pisa e alcuni calici analoghi pubblicati in "Argenti fiorentini dal XV al XIX secolo. Tipologie e marchi", a cura di D. Liscia Bemporad, Firenze, SPES, 1992, v. III: quello della chiesa di S. Giovannino dei Padri Scolopi a Firenze (1780-1800), o a quello della chiesa di S. Maria delle Vedute a Fucecchio (Firenze), opera di Zanobi Biagioni (1790-1800). Questo profondo rinnovamento, che dai calici passa poi ad interessare anche altre tipologie di arredi, non è un fenomeno isolato, riguardante unicamente la Firenze di Pietro Leopoldo, ma si inserisce in un più vasto contesto. Infatti, intorno alla metà del Settecento, si cominciano ad avvertire in Europa i primi sintomi di quel mutamento del gusto che porterà all'avvento del Neoclassicismo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665729
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665729
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 2003
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
    2014
  • STEMMI corpo centrale della base - religioso - Stemma - Alliata - Scudo delimitato da volute concave e convesse, caricato da tre fasce verti cali e sormontato da un galero a tre ordini di nappe
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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