calice, opera isolata - bottega fiorentina (sec. XVIII)

calice, 1782 - 1782

La base, a pianta dodecagonale, con profilo mistilineo definito da sei lati rettilinei collegati da altrettante coppie di archi di cerchio convessi, è impostata su gradino, che una cornice concava raccorda al corpo centrale. Questo, delimitato da una cornice bombata, è solcato verticalmente da sei terne di nervature, risalenti dal gradino. Il fusto ha nodi di raccordo a rocchetto e a disco, scanditi dalle medesime nervature ma raggruppate a quaterne; queste percorrono anche il nodo centrale piriforme, aggettanti nel fondo e nella calotta, incavate nella parte centrale. Nel sottocoppa, profilato da una cornice modanata, si ripetono le terne di nervature della base. Coppa dorata all'interno

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il calice, datato genericamente al XVIII secolo da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa, 1993, p. 71), come quello donato dall'arcivescovo Ranieri Alliata (scheda 20000002) appartiene all'ambito artistico fiorentino dell'ultimo ventennio del Settecento: il processo di svecchiamento delle strutture economiche e commerciali voluto dal granduca Pietro Leopoldo in campo economico-commerciale investe necessariamente anche il settore dell'oreficeria. Al mutamento radicale del sistema corporativo di origine comunale si affianca un'altrettanto radicale trasformazione dei principi formali, che contraddistinguono le opere di oreficeria di questi anni. I concetti estetici illuministici, improntati alla sobrietà ed alla funzionalità, s'incontrano con quelli rinascimentali propri della tradizione artistica fiorentina, mai abbandonati neppure nel XVII e nel XVIII secolo. Gradualmente si accentua l'essenzialità delle forme e, soprattutto nei calici, si fa strada un gusto più innovativo, che rompe i ponti con la tradizione fogginiana dominante per tutta la prima metà del Settecento. Gli orafi delle botteghe fiorentine, superata quella lunga stasi creativa sfociata nella ripetizione infinita ed instancabile dei modelli elaborati nei laboratori granducali, creano ora una nuova tipologia di calici. Eliminato progressivamente ogni orpello decorativo, si realizzano calici caratterizzati da nervature verticali raggruppate a coppie o a terne, che solcano per intero la superficie dell'oggetto. Tra un gruppo di nervature e l'altro sono racchiuse lisce superfici a specchio. Questo è esattamente il caso del nostro calice, nel quale la forma snella ed allungata del nodo piriforme esalta l'eleganza dell'insieme. La struttura dell'oggetto, sottolineata in ogni sua parte, porta a riscoprirne la funzione. L'estrema essenzialità e semplicità di questi arredi determinano la nascita di una produzione seriale su vasta scala, che ottiene un'enorme successo, grazie anche ai costi limitati dovuti anzitutto alla diminuzione della quantità di argento usato. Dunque, possiamo considerare il nostro calice come esempio di questa fabbricazione standardizzata, che anticipa certi caratteri della produzione industriale del secolo successivo. Un raffronto diretto si può effettuare tra il calice di Pisa e alcuni calici analoghi pubblicati in "Argenti fiorentini dal XV al XIX secolo. Tipologie e marchi", a cura di D. Liscia Bemporad, Firenze, SPES, 1992, v. III: quello della Pieve di S. Maria a Fagna (Scarperia, Firenze) (1760-1780), o quello della chiesa di S. Donato a Mugnana (Greve, Firenze), o ancora quello della chiesa dei Santi Apostoli e Biagio a Firenze, o infine quello della Pieve di S. Miniato a Rubbiana (Greve, Firenze) (1783). Questo profondo rinnovamento, che dai calici passa poi ad interessare anche altre tipologie di arredi, non è un fenomeno isolato, riguardante unicamente la Firenze di Pietro Leopoldo, ma si inserisce in un più vasto contesto. Infatti, intorno alla metà del Settecento, si cominciano ad avvertire in Europa i primi sintomi di quel mutamento del gusto che porterà all'avvento del Neoclassicismo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665728
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665728
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ISCRIZIONI gradino della base - PER USO DEL CAPITOLO PISANO *1782* - lettere capitali - a incisione -
  • STEMMI corpo centrale della base - Stemma - Difficilmente leggibile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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