stalli del coro di Michele di Giovanni detto Spagnolo, Giovanni di Michele Spagnolo, Lorenzo di Michele Spagnolo, Guido da Seravallino, Mariotto di Lorenzo, Carota Antonio di Marco detto Maestro Antonio, Domenico di Mariotto (secc. XV/ XVI)

stalli del coro, 1493 - 1513

Il coro si compone di due strutture: quella del lato nord e quella del lato sud, entrambe dotate di un ordine esterno e di uno interno. A queste due strutture si aggiungono due piccole panche oggi collocate ai lati della tribuna. I vari ordini sono decorati da pannelli ad intarsio nella spalliera e nella sottostante predella. I braccioli, invece sono decorati ad intaglio con volute foliate e a forma di delfino e di grifone

  • OGGETTO stalli del coro
  • MATERIA E TECNICA legno/ intarsio
  • ATTRIBUZIONI Michele Di Giovanni Detto Spagnolo (notizie Sec. Xv)
    Giovanni Di Michele Spagnolo (/ 1499)
    Lorenzo Di Michele Spagnolo (notizie Fine Sec. Xv-inizio Sec. Xvi)
    Guido Da Seravallino (1465 Ca./ 1525 Ca)
    Mariotto Di Lorenzo (notizie 1515)
    Carota Antonio Di Marco Detto Maestro Antonio (1485/ 1568)
    Domenico Di Mariotto (notizie Dal 1489/ 1519)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il coro maggiore del Duomo venne commissionato dall'Operaio Giovanni di Mariano all'intagliatore Michele di Giovanni detto lo "Spagnolo" il 20 novembre 1493 (SUPINO 1893 a, pp. 211-212). Entrava così nella fase esecutiva un progetto al quale l'Opera pensava già da diversi anni. Lo Spagnolo venne incaricato di realizzare tutta la struttura lignea del coro, mentre l'Operaio si riservava di far eseguire a parte le tavole intagliate. Si può ritenere che anche gli intarsi da inserire nella struttura venissero commissionati a parte, come era accaduto in casi precedenti, e che questi dovessero essere affidati a Guido da Seravallino. La lavorazione del coro procedette tra molte difficoltà a causa della difficile situazione creatasi a Pisa per via della guerra con Firenze. Nel 1496 si verificò una prima interruzione dei lavori. Nel 1498-1499 i lavori ripresero, affidati a Giovanni e Lorenzo, figli di maestro Michele, nel frattempo defunto. Nell'agosto 1499 moriva anche Giovanni (NOVELLO 1986, p.141, nota 53), e questa volta la sospensione fu totale. A Lorenzo furono saldati i lavori già eseguiti e le parti già realizzate vennero ricoverate nei magazzini dell'Opera. La conclusione del coro si ebbe solo nel 1510-1513, dopo il ritorno di Pisa sotto il dominio fiorentino (1509), per volontà del nuovo Operaio Giovanni Alliata. L'incarico era stato affidato a Lorenzo di Michele Spagnolo, Domenico di Mariotto, e Guido da Seravallino, e proprio a quest'ultimo, massimo intarsiatore pisano del tempo, era stato dato il ruolo direttivo (ASP, Opera 157, c: 85 v). Nell'ultima fase dei lavori (1513) accanto ai sopraddetti erano comparsi anche Mariotto di Lorenzo e l'intagliatore fiorentino Antonio di Marco di Giano detto il Carota. Il coro terminato doveva presentarsi come un insieme imponente, caratterizzato dalla presenza di intagli sia gotici (eseguiti a parte, come previsto dal contratto iniziale, da Diego da Toledo, 1495, Giovanni di Bartolomeo d'Antonio di Vanni, 1498-1499, Lorenzo Spagnolo, 1498-1499) sia di gusto rinascimentale (spettanti al Carota), e da una serie di tarsie lignee (dovute a Domenico di Mariotto e soprattutto al Seravallino) comprendenti immagini di Profeti e Apostoli, animali, prospettive di città e tutto il repertorio tipico riscontrabile solitamente nei cori intarsiati italiani (cfr. FERRETTI 1982, pp. 561-585). L'incendio del 1595 del Duomo danneggiò almeno in parte il coro, senza però distruggerlo, ma causandone la rimozione e la ricomposizione. Infatti su decisione dell'arcivescovo Carlo dal Pozzo il coro fu ricomposto ancora davanti all'altare maggiore, ma più "basso" di quello originario e spogliato di gran parte della sua decorazione, in modo da non nascondere alla vista l'altare stesso, come aveva d'altronde suggerito il granduca. L'incarico di ricomposizione fu svolto da Agostino Giolli fra il 1599 e il 1603 (SUPINO 1893 a, p. 173; TANFANI CENTOFANTI 1897, p. 9; CASINI 1986, p. 162); il legnaiolo riutilizzò gran parte delle tarsie sopravvissute, aggiungendo a queste le tarsie del coro della sacrestia, di Guido da Seravallino, e alcuni frammenti dello stesso artista provenienti da panche poste in origine dietro all'altare maggiore. Gli intagli vennero invece scartati e furono successivamente inseriti dall' Atticciati nelle panche delle navatelle esterne; solo i braccioli dell'attuale coro sembrano provenire (reintegrati) da quello originale. Il coro ricomposto dal Giolli fu in seguito restaurato nell'Ottocento, forse già una prima volta da Panichi e Bottari nel 1828-1830; nel 1892-1899 Luigi Corona intervenne pesantemente sulle tarsie delle panche dell'ordine interno. L'aspetto assunto nel Seicento dal coro maggiore venne profondamente modificato nel 1949, quando si decise di ampliarne l'ingresso verso la navata; i dossali del Seravallino in origine nella sacrestia vennero smontati e rimossi (sono ora al Museo dell'Opera) (1998), (2007); le panche dell'ordine interno subirono spostamenti. Ulteriori restauri sono stati eseguiti sui Profeti e Apostoli dell'ordine esterno da Giancarlo Geri in tempi recenti. Quella che si presenta agli occhi dell'osservatore moderno è dunque una rielaborazione seicentesca (ulteriormente variata) di un coro dell'inizio del Cinquecento la cui struttura reale non è più ricostruibile. Le tarsie del coro si possono dividere in tre gruppi: trentadue figure di personaggi dell'Antico e Nuovo Testamento, ospitate nelle spalliere dell'ordine esterno; trenta tarsie con animali, vedute di città, oggetti liturgici e un ritratto d'uomo ospitate nelle spalliere dell'ordine interno; e cinquantasei tarsie raffiguranti "congegni meccanici", delle quali trenta nelle predelle delle panche dell'ordine interno e ventisei poste in due serie continue al di sotto dei sedili dell'ordine esterno
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665663-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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