capitello - manifattura islamica (seconda metà sec. X)

capitello 950 - 999

Il capitello, privo della parte inferiore, interpreta molto liberamente il tipo composito classico, di cui conserva l'impalcatura a doppio ordine di foglie e con volute angolari. L'elemento vegetale, reso minutamente per mezzo del trapano, riveste interamente la superficie del capitello rendendo quasi indistinguibili i singoli elementi. Le foglie di entrambi gli ordini sono tuttavia riconoscibili oltre che dalle punte aggettanti, in parte spezzate, dalla nervatura centrale fittamente traforata. Tra le foglie del giro superiore si intravedono sottili steli dai quali nascono le volute angolari, terminanti in fiori a quattro petali, le quali si dispongono ai lati di una foglia centrale situata al posto dell'echino. Al centro dei lati dell'abaco, privo di modanature, sono visibili aggetti rettangolari, sui quali compaiono, oltre all'iscrizione, tralci fogliacei e piccoli fiori. Sul dorso di una voluta sono inoltre presenti due incavi a sezione rettangolare (cm 4.5x3), evidentemente eseguiti a posteriori forse per poter ancorare al capitello un elemento di sostegno

  • OGGETTO capitello
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Islamica
  • LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
  • INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Al Bacci, che lo rimosse per ragioni di conservazione, spetta il merito di aver fatto eseguire il calco dell'iscrizione in cufico incisa su uno degli aggetti dell'abaco e di averne così permesso la traduzione (Tronci, Bacci 1922, p. 3, nota 4). Sulla base di quest'ultima, che reca il nome dello scultore Fath, presente anche su altri capitelli cordovani, il Monneret de Villard propose per tale capitello una datazione al X secolo e avanzò inoltre l'ipotesi che esso fosse giunto a Pisa, insieme al Grifo bronzeo, come preda di una delle guerre condotte dai Pisani contro i Musulmani tra la fine dell'XI e i primi decenni del XII secolo (Monneret de Villard 1946, pp. 20, 23). Quanto alla provenienza spagnola dell'opera (Scalia 1969, p. 513, nota 137; Gabrielli, Scerrato 1979, fig. 528; Baracchini 1986, p. 67), di recente sono state rilevate notevoli affinità stilistiche tra essa e alcuni capitelli provenienti da Madinat al Zahra', nei pressi di Cordova, della seconda metà del X secolo, che ne hanno consentito un più preciso inquadramento nell'ambito della produzione scultorea islamica di età medievale di quella regione (Contadini 1993, n. 39). Nonostante le rielaborazioni composite del cantiere buschetiano e di quello relativo al prolungamento del corpo delle navate siano di diverso tenore, non è escluso che certe soluzioni decorative derivino da questo capitello.Del resto, la sua collocazione al di sopra del timpano del transetto settentrionale non può che essere avvenuta a conclusione di una delle due fasi costruttive
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665596
  • NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665596
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2014
    2007
  • ISCRIZIONI Traduzione: "Opera di Fath lo scultore suo servo" - caratteri cufici - a incisione - arabo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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