crocifissione

miniatura,

La pagina, che non presenta righe di testo, è interamente occupata dalla rappresentazione della Crocifissione. La scena è isolata da una cornice con decorazione geometrica suddivisa in piccole losanghe rosse e azzurre alternate a un motivo diamantato verde; le dimensioni di tutta la composizione sono le stesse dello specchio di scrittura. Il fondo è in foglia d'oro e al centro si erge la croce con Cristo crocifisso con il corpo livido segnato dalla morte; in testa ha la corona di spine e il nimbo crocesegnato e dalle ferite esce il sangue; egli indossa un perizoma panneggiato e mosso dal vento. Ai lati della croce sono due angiolini commossi e in alto il cartiglio con l'iscrizione INRI. Ai piedi della croce sono la Madonna e san Giovanni evangelista: la Vergine è coperta da un ampio mantello azzurro, le mani incrociate e sembra distogliere lo sguardo dal Crocifisso volgendo la testa nella direzione opposta come per non vedere la sofferenza del figlio. Giovanni ha invece lo sguardo rivolto verso Cristo, indossa un ampio mantello color porpora e una tunica verde. La scena è ambientata in un paesaggio roccioso, animato da poche piante che spuntano dalle rocce disposte come due quinte che seguono l'andamento delle figure e isolano al centro la croce. Nel margine inf. è uno scheletro

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA pergamena/ pittura a tempera
    pergamena/ miniatura
    gesso/ doratura
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
  • LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
  • INDIRIZZO P.zza S. Marco, 3, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Messale 10075 fu realizzato per la pieve di San Pietro in Mercato, vicino a Montespertoli, su commissione dei Machiavelli che avevano il patronato sulla chiesa. E' possibile avere un parametro cronologico abbastanza preciso, almeno della scrittura del codice, grazie al colophon lasciato dal calligrafo a c. 179r "Explicit dominicalium Scriptum per me Do[mino] p[atro]num Antonium. Rectorem ecclesie sancte Marie de Ferrano. MCCCCXVIII die primo mensis Martii" che pone come termine post quem il 1419. E', invece, più controversa l'attribuzione delle miniature infatti intervengono almeno due artisti nell'illustrazione. Colui che ha destato da sempre l'interesse degli studiosi è sicuramente il miniatore della Crocifissione a c. 127v, resa nota nel 1917 da Pietro Toesca (Manoscritti miniati della Biblioteca del Principe Corsini a Firenze, 'Rassegna d'Arte', XVII, 1917, 1-2, pp. 117-128) che la ritenne coeva alla scrittura e opera di un seguace di Lorenzo Monaco. La scena è racchiusa entro una cornice a finto mosaico analoga a quella presente nei pilastri dell'Incoronazione della Vergine degli Uffizi eseguita da Lorenzo Monaco nel 1414 e la tecnica con pennellate fitte e sottili richiama quella della pittura su tavola. Al secondo miniatore spettano, invece, le cinque iniziali figurate e, probabilmente, lo scheletro sottostante la Crocifissione. Per la Scudieri (in Miniatura 2003, p. 53) lo stile con cui sono tracciate le figure, grafico, leggero e trasparente nella cromia, e le figure dolci, dai grandi occhi chiari allungati, trovano riscontro nei lavori di Battista di Biagio Sanguigni, in particolare nell'Innario e nell'Antifonario di San Gaggio. Probabilmente la commissione da parte della famiglia Machiavelli potrebbe risalire al periodo del loro patronato sulla chiesa, rivendicato e confermato nel 1426 (Toesca 1917), fornendo quindi un ulteriore restringimento della datazione. L'autore della Crocifissione, realizzata nel periodo tra la scrittura del testo (1419) e il completamento delle iniziali (1426), è stato successivamente identificato da Roberto Longhi (1940) con Francesco d'Antonio, attribuzione con la quale concorda anche il Tartuferi (in Lorenzo Monaco 2006, pp. 304-305), mentre Kanter (1994) ha proposto la mano di Matteo Torelli. Il Longhi basava la sua attribuzione sul confronto con gli affreschi firmati della controfacciata della chiesa di San Francesco a Figline, ma per la Scudieri (in Miniatura 2003, p. 54) la Crocifissione miniata sarebbe vicina solo all'affresco con lo stesso soggetto che non è, a suo parere, riferibile alla mano di Francesco d'Antonio bensì ad uno dei collaboratori che presero parte al ciclo, sempre seguace di Lorenzo Monaco. Rispetto alle opere di Francesco d'Antonio, la miniatura appare di qualità maggiore e manifesta la mano di un pittore abile nel disegno, elegante negli accostamenti cromatici e capace di rendere la morbidezza e la modulazione chiaroscurale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900645714-3.3
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 10075
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI cartiglio sulla croce - INRI - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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