miniatura, insieme di Giovan Battista di Biagio Sanguigni, Lorenzo Monaco (cerchia) (prima metà sec. XV)
Il codice contiene il calendario e i testi della messa secondo la consuetudine della Chiesa di Roma, le indicazioni per i gesti che deve compiere il sacerdote, il Proprio dei Santi e il Comune dei Santi. Membr., cc. I-III (cart.), I, II (membr.) + 271 + I', II' (membr.), I'-III' (cart.); inchiostro (nero, rosso, azzurro); colori a tempera, oro (in foglia su bolo); penna e pennello. Rubriche in inchiostro rosso, segni paragrafali in inchiostro rosso e azzurro. Sono presenti due numerazioni moderne corrispondenti scritte a matita nell'angolo superiore e nell'angolo inferiore del margine esterno. 30 fascicoli restaurati quasi tutti quinterni, I, II, XXX (bifoli), III (trierno), XIII (quaterno), XIV, XX, XXII, XXIX (sesterni). Legatura (fine XV sec.): piatti in legno ricoperti di cuoio marrone con resti di decorazioni che dovevano essere probabilmente in foglia d'oro: losanga centrale delineata da una cornice con motivi geometrici inscritta entro un rettangolo delineato da una cornice decorata con motivi fitomorfi stilizzati che fuoriescono da piccoli vasi; sul piatto ant, due chiodi di chiusura, su quello post, due bindelle di restauro con fornimenti moderni in ottone. Contiene: 7492 iniziali filigranate piccole, 57 iniziali fogliate caudate, 6 iniziali fogliate con figure e caudate
- OGGETTO miniatura
-
MATERIA E TECNICA
gesso/ doratura
pergamena/ inchiostro
pergamena/ miniatura
pergamena/ pittura a tempera
-
MISURE
Altezza: 373 mm
Larghezza: 262 mm
-
ATTRIBUZIONI
Giovan Battista Di Biagio Sanguigni (1393/ 1451)
Lorenzo Monaco (cerchia)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di S. Marco
- LOCALIZZAZIONE Convento di S. Marco
- INDIRIZZO P.zza S. Marco 3, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Messale 10075 fu realizzato per la pieve di San Pietro in Mercato, vicino a Montespertoli, su commissione dei Machiavelli che avevano il patronato sulla chiesa. E' possibile avere un parametro cronologico abbastanza preciso, almeno della scrittura del codice, grazie al colophon lasciato dal calligrafo a c. 179r "Explicit dominicalium Scriptum per me Do[mino] p[atro]num Antonium. Rectorem ecclesie sancte Marie de Ferrano. MCCCCXVIII die primo mensis Martii" che pone come termine post quem il 1419. E', invece, più controversa l'attribuzione delle miniature infatti intervengono almeno due artisti nell'illustrazione. Colui che ha destato da sempre l'interesse degli studiosi è sicuramente il miniatore della Crocifissione a c. 127v, resa nota nel 1917 da Pietro Toesca (Manoscritti miniati della Biblioteca del Principe Corsini a Firenze, 'Rassegna d'Arte', XVII, 1917, 1-2, pp. 117-128) che la ritenne coeva alla scrittura e opera di un seguace di Lorenzo Monaco. La scena è racchiusa entro una cornice a finto mosaico analoga a quella presente nei pilastri dell'Incoronazione della Vergine degli Uffizi eseguita da Lorenzo Monaco nel 1414 e la tecnica con pennellate fitte e sottili richiama quella della pittura su tavola. Al secondo miniatore spettano, invece, le cinque iniziali figurate e, probabilmente, lo scheletro sottostante la Crocifissione. Per la Scudieri (in Miniatura 2003, p. 53) lo stile con cui sono tracciate le figure, grafico, leggero e trasparente nella cromia, e le figure dolci, dai grandi occhi chiari allungati, trovano riscontro nei lavori di Battista di Biagio Sanguigni, in particolare nell'Innario e nell'Antifonario di San Gaggio. Probabilmente la commissione da parte della famiglia Machiavelli potrebbe risalire al periodo del loro patronato sulla chiesa, rivendicato e confermato nel 1426 (Toesca 1917), fornendo quindi un ulteriore restringimento della datazione. L'autore della Crocifissione, realizzata nel periodo tra la scrittura del testo (1419) e il completamento delle iniziali (1426), è stato successivamente identificato da Roberto Longhi (1940) con Francesco d'Antonio, attribuzione con la quale concorda anche il Tartuferi (in Lorenzo Monaco 2006, pp. 304-305), mentre Kanter (1994) ha proposto la mano di Matteo Torelli. Il Longhi basava la sua attribuzione sul confronto con gli affreschi firmati della controfacciata della chiesa di San Francesco a Figline, ma per la Scudieri (in Miniatura 2003, p. 54) la Crocifissione miniata sarebbe vicina solo all'affresco con lo stesso soggetto che non è, a suo parere, riferibile alla mano di Francesco d'Antonio bensì ad uno dei collaboratori che presero parte al ciclo, sempre seguace di Lorenzo Monaco. Rispetto alle opere di Francesco d'Antonio, la miniatura appare di qualità maggiore e manifesta la mano di un pittore abile nel disegno, elegante negli accostamenti cromatici e capace di rendere la morbidezza e la modulazione chiaroscurale
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900645714-0
- NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 10075
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo di San Marco - Firenze
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
- DATA DI COMPILAZIONE 2009
- ISCRIZIONI cartellino cartaceo sul verso del piatto anteriore - Inv. 1890/10075 - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0