stauroteca - bottega fiorentina (?) (sec. X, sec. XVIII)

stauroteca,

Il reliquiario è a croce latina. Il vano per la reliquia (visibile attraverso il vetro sia sul recto che sul verso) è posto al centro ed ha forma di croce greca;è cinto da una corona di spine ornata di nastri ed è profilato da pietre colorate solo nella parte anteriore. I bracci del reliquiario sono in cristallo a fondo nero ed ospitano le raffigurazioni dei simboli della passione eseguiti in foglia d'oro. Anteriormente: colonna spugna e lancia, vaso tenaglia e martello, veste, velo della Veronica, gallo borsa e dadi. Sul retro: fragelli chiodi e benda, acquamanile, corona scala spugna e lampada (?), lampada, canna mano sciabola e orecchio. Le estremità dei bracci sono impreziosite da terminali in argento di forma gigliata, recanti nuvolari e testine angeliche sul recto, semplici lamine lisce sul verso. Sul recto, nel braccio inferiore, una piccola cartella in rilievo ospita un'iscrizione. Sul verso, sulla lamina che chiude il terminale inferiore, un'iscrizione dedicatoria

  • OGGETTO stauroteca
  • MATERIA E TECNICA gemma
    argento/ laminazione/ sbalzo/ cesellatura/ traforo
    legno/ intaglio/ argentatura/ doratura
    vetro/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La stauroteca, come indica l'iscrizione e confermano le fonti storiche, fu eseguita a proprie spese dal proposto del Battistero di San Giovanni Felice Monsacchi nel 1702, per proteggere e ospitare in modo degno l'antica e famosa reliquia della Santa Croce che si riteneva donata alla città di Firenze da Carlo Magno. Si crede che proprio per 'rilanciare' il culto di questa reliquia fosse stata inizialmente progettata la croce argentea "del Pollaiolo" (conservata ora nel Museo dell'Opera del Duomo), poi in corso d'opera trasformata in croce d'altare da esporre nelle solennità sull'altare d'argento del Battistero. La reliquia della vera croce (che peraltro è a sua volta un reliquiario stauroteca) fu così ospitata un diverso contenitore che il Gori, proposto del battistero dal 1746 al 1757, descrive come una "crux perantiqua...eleganti opere constructa, crystallis cum in antica tum in postica operta, quae seculi XIII ingenium atque opificium referre videtur", secondo la Becherucci (Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, s.d.,tomo II, p.234) un "ornato orliquiero" eseguito però nel 1469. Nel 1702 il proposto Monsacchi ordinò un nuovo reliquiario, più in linea con il gusto dell'epoca. Dopo il 1799 (inventario G) e nel 1818 questo reliquiario a forma di croce "formellata di cristalli sfaccettati, e storiati" fu nuovamete inventariato in Battistero (ACF, Inventario 1818, n. 2071). Lì restò presumibilmente fino al 1954 quando molti dei reliquiari della cattedrale e di San Giovanni furono trasferiti nel Museo dell'Opera del Duomo: nella cappella della Santa Croce in Duomo, privata del reliquiario omonimo (detto anche 'della Passione') giungeva allora in sostituzione la stauroteca del Battistero. La stauroteca, che si distacca dal tradizionale gusto classico e misurato dell'oreficeria fiorentina per aderire alla nuova fantasiosa moda barocca, appare un oggetto 'd'effetto': nel senso che il proposto suo committente ricercò più un desiderio di visibilità del reliquiario che una preziosità di materiali o di lavorazione. Stilisticamente la croce ricorda, per alcuni versi, le coeve realizzazioni fiorentine di Giovan Battista Foggini, caratterizzate dall'accostamento di materiali diversissimi all'argento (qui i cristalli scuri dei bracci hanno un effetto simile all'ebano) e i nastri di lamina uscenti dalla corona di spine - realizzata quasi in tre dimensioni - evocano quelle dorate del reliquiario di Sant'Alessio realizzato un decennio prima da Massimiliano Soldeni Benzi per San Lorenzo. Ma la tecnica inusuale - la foglia d'oro applicata - con cui furono realizzate le immagini degli Strumenti della Passione e, soprattutto, e l'uso di materiali non preziosi (le 'pietre false' sfacciatamente grandi e colorate) unito ad una fattura non proprio di alto livello, allontanano l'attribuzione del reliquiario dall'ambiente raffinatissimo delle botteghe granducali. Analoghe caratteristiche di fantasia e 'vistosità' si rintracciano anche in un altro arredo della Cattedrale, l'ostensorio donato da Guido Pecori nel 1687, ugualmente proveniente dal Battistero
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900625062-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • ISCRIZIONI sulla cartella anteriore sotto al vano della reliquia - CRUX/ DE LIGNO CRUCIS/ ET DE/ VESTE CHRISTI - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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