RITRATTO DELLA CONTESSA DE BECLEMICHEFF (?). ritratto di donna

dipinto,

Ritratto a olio su tela a grandezza naturale raffigurante una giovane donna in piedi con abito scuro bordato di pizzo bianco. La donna tiene nella mano destra un foglietto, mentre la sinistra è poggiata su una poltroncina in primo piano. Sullo sfondo un ampio tendaggio e una architettura con leone marzocco e boscaglia

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bezzuoli Giuseppe (1784/ 1855)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale Foresiana, collezione Mario Foresi
  • LOCALIZZAZIONE Centro Culturale De Laugier
  • INDIRIZZO Salita Napoleone, Portoferraio (LI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Stando alle indicazioni offerte dall'inventario Marini, il bel ritratto di Bezzuoli, di indubbia qualità, ritrae la contessa De Beclemicheff. L'opera viene ricordata anche nella prima biografia dedicata al pittore, datata 1855, dove si parla del ritratto di una "Signora Reclemicheff, moglie di un generale russo". Una seconda fonte, oltre all'inventario Marini, un articolo di L. Berti del 1932, la definisce come 'favorita dello Czar Alessandro' . Si tratta di un quadro ufficiale, dove tornano gli attributi tipici del ritratto aulico: la tenda, aperta su uno scorcio di paesaggio che la presenza del leone Marzocco fa supporre fiorentino, la ricchezza dell'abito e la dovizia di particolari denotano l'alto rango della signora ritratta, e collocano l'opera nella fase culminante della carriera del pittore, dalla metà degli anni Trenta in poi. Durante quegli anni Bezzuoli poté affermarsi non solo come pittore di storia ma anche come ritrattista: si pensi ad esempio al Ritratto di Maria Antonietta Granduchessa di Toscana, o a quello in possesso della stessa Pinacoteca Foresiana, che ritrae Maria Guarello Foresi. La donna, raffigurata in piedi al centro della composizione, indossa un elegante abito nero dall'ampia scollatura, decorato della parte superiore da una balza in pizzo che copre interamente la parte del petto e delle braccia. Ha i capelli raccolti e fissati dietro la nuca, sopra i quali sta una pezzuola in pizzo nero, che tocca la sua spalla destra. La testa appare ruotata verso sinistra, e lo sguardo è diretto nella stessa direzione. Al collo si nota una collana di perle fissata anteriormente da un fermaglio su cui è montata una pietra preziosa. Nella mano destra, piegata verso in corpo, tiene un foglietto, mentre l'altra poggia sulla spalliera di una poltroncina, posta in primo piano a destra. Sul bracciolo ricade un ampia coperta a quadri, che tocca in parte il pavimento, e un mazzolino di fiori, omaggio, forse, dell'autore del biglietto che la donna tiene nella mano. In secondo piano, sulla sinistra, sta una conca con una rigogliosa pianta, mentre la zona superiore del quadro è occupata da un ampio tendaggio. Solo a sinistra l'interno si apre su una porzione di architettura, un semipilastro su cui poggia un leone marzocco, e uno scorcio di boscaglia all'imbrunire. L'identificazione del personaggio raffigurato come la Contessa Beclemicheff, o Reclemicheff, trova conferma allo stato attuale soltanto nelle vecchie attestazione degli inventari museali e nella sopra citata biografia del 1855. Gli studi recenti dedicati all'artista, peraltro ridotti, non fanno menzione dell'opera; la forte somiglianza nei tratti del volto con quelli della ben più nota Matilde Bonaparte (la si veda nel ritratto di Ary Scheffer a Palazzo Pitti) mi spingono ad avanzare una possibile seconda identificazione del personaggio. La stessa biografia del 1855, del resto, ricorda che Bezzuoli si impegnò anche nel ritratto di Matilde, pur non precisando se si trattasse di un ritratto a figura intera o di un busto. Un ritratto di Matilde a mezzo busto attribuito a Bezzuoli è oggi conservato al Museo Fesch di Ajaccio. Per la figura del Bezzuoli, ormai riconosciuto come dei principali pittori italiani del periodo romantico, si rimanda ai contributi di Fiammetta Mannu nel catalogo "Cultura neoclassica e romantica nella Toscana granducale" del 1972, e a quelli di Gian Lorenzo Mellini in "Labyrinthos", del 1987
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900532450
  • NUMERO D'INVENTARIO 218
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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