San Simone/ Crocifissione

dipinto, 1373 - 1373
Cecco Di Pietro (notizie 1371-1395/ Ante 1402)
notizie 1371-1395/ ante 1402

Bandinella processionale, vale a dire uun'unica tavola, originariamente dipinta su entrambi i lati; il verso è andato quasi interamente distrutto. Nel verso si conserva una cornice dorata che nel margine superiore forma tre archetti (i due laterali trilobati, il centrale polilobato), a loro volta sormantati da cuspidi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura
  • MISURE Altezza: 106
    Larghezza: 61
  • ATTRIBUZIONI Cecco Di Pietro (notizie 1371-1395/ Ante 1402)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • LOCALIZZAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • INDIRIZZO Piazza San Matteo in Soarta, 1, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La bandinella raffigura su una faccia San Simone in trono, tra due angeli chereggono i lembi del manto con cui egli protegge i flagellanti inginocchiatiai suoi piedi, come nella tipologia iconografica della Madonna della Misericordia (un esempio è costituito dalla Madonna dei Raccomandati del senese Lippo Memmi nel Duomo di Orvieto). L'iconografia con San Simone protettore dei flagellanti indica che la bandinella fu commissionata da una confraternita intitolata aquesto Santo. Tronci (1643 ca.) ricorda la Chiesa pisana di San Simone a Porta a mare, che fu fondata nel 1202 dalla famiglia dei Sassi, ma non specifica se ad essa faceva capo una confraternita: fu solo nel 1601 - a detta dello stesso Tronci - che la Chiesa fu concessa dal suo rettore alla confraternita di San Giovanni Battista. Si può comunque presumere che in età più antica una confraternita dedicata a San Simone avesse sede proprio in questa chiesa dalla quale dunquecon buona probabilità potrebbe derivare tale bandinella (Barsotti 1906; Carli1961, II; Savettieri 1999). L'opera appartenne alla collezione Toscanelli di Pontedera nel secolo scorso; all'inizio del '900 fu esposta nel Museo Civico di Pisa (Bellini Pietri 1906) e poi ritirata dagli stessi proprietari (Burresi1986; Caleca 1986, I); nel 1983 nell'asta Sotheby's di Firenze è stata acquistata dal ministero dei Beni culturali ed ambientali e quindi sottoposta al restauro.L'iscrizione che corre sul gradino del trono permette di definire con certezza l'autore e l'anno di esecuzione, che, va precisato, non è il 1374 (secondo il calendario pisano che cominciava il 25 marzo) ma il 1373. L'opera, che secondo Carli (1994, p.97) imiterebbe quella di Francesco Neri, è caratterizzata dauno stile privo di asprezze espressive, sostenuto da un tono sereno e piacevole; uno stile impreziosito da colori brillanti, simili a quelli degli smalti. Questi caratteri mostrano come Cecco di Pietro si sia ispirato a Francesco di Neri da Volterra, suo probabile maestro, il quale, a sua volta, trasse non poche stimoli dalla pittura gentile ed elegante di due grandi artisti senesi del XIV secolo, Simone Martini e Lippo Memmi, e dai seguaci di Giotto (Savettieri 1999)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900528920
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI sul gradino del trono - CECCHUS PETRI DE PISIS ME PINSIT A.D MCCCLXXIIII DE MESE OTOVRE// - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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