Cristo crocifisso dolente

croce dipinta, ca 1290 - ca 1299

Il perimetro della Croce e dell'aureola sono decorati con finti chiodi. Cristo è rappresentato morto (Cristo patiens), con gli occhi chiusi e la testa reclinata sullo sterno. Il corpo, leggermente inarcato e coperto dal solo perizoma decorato con una ricca crisografia, è confitto alla croce con tre chiodi. Nella cimasa, coronata da un clipeo con la rappresentazione di Cristo Pantokrator, è simulata la tabella recante l'iscrizione. Nel piedicroce un'altra iscrizione, oggi per lo più obliterata, reca la firma dell'artista: "Rainerius quondam Ugolini Pisanus me pinxit" (o depinxit). Nei laterali sono rappresentati, a mezza figura, la Vergine nel gesto dell'intercessione (a sinistra) e Giovanni Evangelista in atteggiamento di dolore (a destra)

  • OGGETTO croce dipinta
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura
  • MISURE Altezza: 240
    Larghezza: 180
  • ATTRIBUZIONI Ranieri Di Ugolino (notizie Fine Sec. Xiii): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • LOCALIZZAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • INDIRIZZO Piazza San Matteo in Soarta, 1, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Crocefisso, proveniente dalla Sala degli Uomini degli Spedali di Santa Chiarain Pisa, è l'unica opera firmata di Ranieri d'Ugolino. Bellini Pietri (1906), che non decifrò la firma, attribuì, seguendo l'indicazione Da Morrona (1792) che parlava di "medesimo stil di Giunta", l'opera a Giunta. In realtà dallafirma si ricava che il padre di Ranieri era Ugolino, da identificarsi con buonaprobabilità con Ugolino di Tedice, che, autore di una croce firmata al Museo dell'Hermitage a San Pietroburgo (Lasareff 1955), nel 1277 risulta ancora vivo.Poiché nella firma un tempo si leggeva un "quondam" prima di "Ugolini", si devesupporre che l'opera sia stata fatta dopo la morte di Ugolino dunque sicuramentenon prima del 1277. Caleca (1987) ha sottolineato come gli schemi iconograficigiunteschi sono rivissuti con sottigliezze di disegno che richiamano il neoellenismodi Cimabue (aspetto già sottolineato da Coletti 1941 e da Vigni 1950), mentrela presenza di risalti plastici implica una conoscenza del primo Giotto: dunque,secondo Caleca, l'opera va datata intorno al 1290. Lo studioso si è oppostoall'identificazione di Ranieri col Maestro di San Martino, avanzata da Garrison(1947) e da Cuppini (1950). Nel secolo XIX la croce era collocata sulla parete d'ingresso dell'infermeria maschile dell'Ospedale di Santa Chiara; nel 1894 fu depositata, in condizioni precarie di conservazione, nel nuovo Museo civico. La croce, opera autografa di Ranieri di Ugolino, presenta soluzioni compositive ispirate ai modelli di Giunta Pisano, quali già si incontrano nella produzione del padre Ugolino di Tedice: in particolare, derivano da Giunta la collocazione dei dolenti a mezza figura nei laterali, la riduzione della scena dell'Ascensione sulla cimasa al solo clipeo contenente il Cristo Pantokrator e l'enfatizzazione degli elementi drammatici nella rappresentazione del Cristo morto. Ranieri approfondisce tuttavia lo studio del modellato e della resa tridimensionale del corpo e rivisita lo schema rappresentando la testa appoggiata sullo sterno anziché sulla spalla. L'attenzione alla resa tridimensionale del corpo e al trattamento naturalistico dei dettagli anatomici pone quest'opera in relazione con soluzioni emergenti nell'opera di Cimabue e del giovane Giotto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900528905
  • NUMERO D'INVENTARIO 4895
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI suppedaneo - RANIERIUS QUO(ndam) UGOLINI PISANUS ME PINXIT// - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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