capitello composito, elemento d'insieme di Guidetto (bottega) (primo quarto sec. XIII)

capitello composito,
Guidetto (bottega)
notizie fine sec. XII-inizio sec. XIII

Il capitello composito, caratterizzato da foglie d'acqua plasticamente ricurve, è sormontato da dado con due rosette in rilievo e protome umana

  • OGGETTO capitello composito
  • MATERIA E TECNICA pietra calcarea di S. Maria del Giudice/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Guidetto (bottega): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nei capitelli della seconda loggia prevalgono trascrizioni di motivi di Guidetto da parte della bottega. Infatti La critica attribuisce al maestro la realizzazione diretta dei capitelli del primo ordine di loggette, mentre il suo intervento si riduce man mano che si sale verso l'alto, fino a diventare semplice controllo della taglia. Il metodo di lavoro della bottega, fondato su un'organizzazione di gruppo divisa tra specializzazione e rotazione degli interventi, garantisce risultati omogenei di alta qualità, anche se a discapito delle iniziative personali. Nella terza loggetta sembra però profilarsi l'attività di un aiuto dalla personalità più spiccata, forse più attento di Guidetto alla lezione dei maestri pisano-lucchesi dei decenni precedenti. Il cartiglio, con firma e data, retto dalla figura maschile scolpita alla base dell'ultima colonna a destra del primo ordine di loggette, permette di datare con sicurezza la prima fase dei lavori al 1204 (vedi scheda n. 0900526790). Probabilmente l'impresa era stata iniziata un po' prima e si concluse parecchio più tardi, poichè nel 1211 Guidetto, impegnato ad eseguire lavori nel Duomo di Prato, ottiene la licenza di recarsi a Lucca quattro volte l'anno per sovrintendere al completamento dei lavori di facciata. Nel 1220 il Pratense prende il posto di Guidetto ormai trasferito a Prato. La cultura di Guidetto è difficilmente identificabile e a lungo la sua attività è stata confusa con quella dell'omonimo Guido Bigarelli da Como. La maestranza, proveniente da aree dell'arco alpino centro occidentale, quali il Canton Ticino e la regione comasca, presenta notevoli analogie con l'ambiente della cultura post-wiligelmica, diffusa nell'area padana e consapevole delle esperienze provenzali interpretate accentuandone il compatto plasticismo. La taglia di Guidetto sembra essere specializzata in realizzazioni di natura tipicamente decorativa. La facciata del Duomo di S. Martino, come quella del S. Michele (vedi scheda n. 0900526910) lo dimostrano. Entrambe prendono a modello l'autorevole esempio del Duomo di Pisa, con l'adozione del modulo a più piani sovrapposti di loggette e con i capitelli dagli alti abachi, sormontati da protomi umane e animali. In realtà traducono il modello in chiave di quinta scenografica, priva di rapporto con la struttura architettonica cui si sovrappongono. La funzione portante delle colonnine e dei capitelli viene negata, a favore di una utilizzazione come supporto per una rigogliosa decorazione scultorea. In corrispondenza degli spioventi le colonnine, pur diminuendo in altezza, non si riducono mai al solo capitello. In tal modo formano un trapezio, in luogo del sobrio triangolo del Duomo pisano. Nella decorazione scultorea tipico di Guidetto è un riesentito plasticismo, con marcati effetti chiaroscurali molto decorativi. Il suo motivo-firma consiste nella voluta d'acanto trasformata in sfera, percorsa da nervature a profilo ricurvo. Il repertorio decorativo spazia da esseri vegetali, animali, umani, spesso combinati a formare ibridi che sembrano risvegliare cuirosità e meraviglia più che timore. I capitelli presentano ricchi fogliami acantiformi o con foglie d'acqua, elici e volute. Le protomi umane e animali presentano lineamenti evidenziati, diversificate nei tipi, nelle acconciature, negli attributi, quasi sempre protesi aggressivamente verso lo spettatore. Recenti dati documentari, di scavo archeologico, nonché di analisi stilistica hanno ormai accertato la compresenza, in svariati cantieri lucchesi, della maestranza lombarda assegnata a Guidetto, presente a Lucca già nel terzo quarto del XII secolo, e una taglia "pisana", probabilmente legata al Diotisalvi. Oltre alla facciata di S. Martino, la stessa situazione mista si verifica: al SS. Giovanni e Reparata in almeno due capitelli dell'interno e nell'esterno (vedi scheda n. 0900525575 e n. 0900525576), nella facciata del S. Cristoforo, nella facciata e all'interno del S. Michele in Foro (vedi scheda n. 0900526910 e n.00424070), in una parte della facciata del S. Giusto, e probabilmente nel chiostro "piccolo" del S. Ponziano (vedi scheda n.00424860)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900526794
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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