monofora - ambito lucchese (secc. IX/ X)

monofora, 800 - 999

Monolitico, è ornato da una treccia a due capi dalle onde piuttosto allungate con bottoncino centrale e da due nodi salomonici, di cui uno raddoppiato, a cui si affianca una crocetta equilatera dai bracci lisci; il disegno è dato dall'incisione di solchi e dall'abbassamento del piano di fondo

  • OGGETTO monofora
  • MATERIA E TECNICA pietra/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lucchese
  • LOCALIZZAZIONE Capannori (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per la chiesa di S. Giusto "alla Caipira" di Marlia la datazione è problematica (oscilla tra IX e XI secolo), in quanto vi si osservano segni di rifacimenti successivi a quella che dovette essere una delle più antiche costruzioni della diocesi. Tra questi, particolare importanza assumono alcuni elementi decorativi scolpiti, di impronta altomedievale, reimpiegati nel paramento del fianco sud e dell'abside. Qui l'archetto di monofora monolitico riprende moduli propri dei secoli VIII-IX; tuttavia, il particolare modo con cui la treccia viene compressa e anche la disarticolazione dei motivi, fanno propendere per una datazione più cauta, tra fine IX e X secolo. Notevoli sono infatti le analogie con decorazioni di alcune parti del S. Gennaro di Capannori (uno dei capitelli di controfacciata, due spalle di monofora nella porzione absidale, una formella dell'abside), che non possono essere anteriori ai secoli X-XI. Una cronologia che potrebbe essere confermata dal confronto con brani superstiti nella non lontana chiesa di S. Margherita di Tassignano, dove sono reimpiegati un architrave frammentario (nel fianco sud) e due mensole (nel fianco opposto), che presentano motivi a guilloche assolutamente identici a quello del S. Giusto, e databili al secolo X. L'archetto di Marlia sarebbe quindi ascrivibile ad una fase in cui si opera una conservazione e declinazione in formulari semplificati della eccelsa tradizione scultorea longobarda, che proprio nella diocesi di Lucca annovera esempi significativi. Del resto la tipologia della treccia, condotta con tre solchi, piuttosto allungata e campita al centro da un bottoncino schiacciato, risulta essere estesamente impiegata nel territorio lucchese compreso tra Monte Pisano e Pizzorne, come dimostrano i resti medievali murati nella facciata del S. Bartolomeo di Ruota e soprattutto l'architrave trapezoidale nel campanile del S. Giusto di Compito, quasi sicuramente reperti provenienti, in ambedue i casi, dalle due chiese primitive relative ai secoli X-XI. Da ricordare che nella stessa curva absidale del S. Giusto di Marlia venne reimpiegato un concio con motivo di nodo dalla struttura piuttosto complicata, che si articola in un doppio cerchio centrale da cui si dipartono, a corona, cinque petali. Il tipo di rilievo, in cui il disegno è dato da un cordoncino piuttosto sottile e assai ben rilevato, rimanda alla tecnica dell'oreficeria ad alveoli: un ulteriore, evidente reperto, quindi, dell'edificio altomedievale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900525436
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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