decorazione - ambito toscano (fine/inizio secc. XIX/ XX)

decorazione, 1890-1910

Lungo le scale che conducono alle celle del sottotetto, in alto a sinistra si trova un cuore trafitto; sulla destra, invece, un volto maschile con cappello disegnato a vernice rossa ed al suo fianco degli strani simboli (una forca, una chiave ed una caffettiera). In basso si intravede un veliero, tracciato a matita e a graffito sull'intonaco; i vari strati di quest'ultimo rendono particolarmente difficile la lettura delle molte iscrizioni tracciate sul muro

  • OGGETTO decorazione
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura/ graffito/ matita
  • AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pretorio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Scritte e disegni realizzati da diversi detenuti, uno dei quali è Fosco Batini, nato a Vicopisano il 17 settembre del 1889 da Lanfranco e Barsotti Eletta, sposato con Emma Grifoni e con due figli, definito dalle autorità di polizia “pericoloso sovversivo e pregiudicato per numerosi delitti contro la proprietà e le persone”. Dapprima di idee socialiste, Fosco Batini si trasferì a Livorno nel 1916 e “professò in quella città principi comunisti”; difatti “negli anni 1920-1921 tenne il Comando di una squadra di arditi del popolo, come fu rilevato da un certificato in data 3 agosto 1920 del partito comunista, rinvenuto a seguito di perquisizione”. Nel 1922 andò ad abitare a Genova, sette anni dopo fu condannato per furto dal locale Tribunale, che lo rispedì a Vicopisano sottoponendolo a regime di sorveglianza. Qui risiedeva in via Lante n°18, fece il falegname, il bracciante, saltuariamente l’operaio a servizio del Comune. Gli inquirenti lo considerano “più che altro un delinquente comune, il quale, però, può rendersi facilmente pericoloso, per la sua indole, in caso di turbamento dell’ordine pubblico, sia col partecipare ad azioni delittuose collettive, sia con l'operare isolatamente ai danni delle persone e delle cose. Egli viene, pertanto, incluso nell’elenco 3° delle persone suddette, da arrestarsi in determinate contingenze”. Fu infatti imprigionato nel Palazzo Pretorio nel 1915, prima di trasferirsi a Livorno, per una condanna a 5 mesi e 12 giorni di reclusione per lesioni, minaccia e ingiurie (Archivio Centrale dello Stato, Casellario Politico Centrale, b. 402, f. 68112). In seguito, soggiornò in altri carceri, prima di trasferirsi per lavoro ad Imperia e poi a Genova. Nel gennaio del 1938 fu trasferito ad Isola di Mamone (Nuoro) per un altro furto, forse più grave, e per due anni rimase in quella colonia penale “senza dare luogo a rilievi con la sua condotta”. Tuttavia, il 9 marzo 1940, nel corso del trasferimento a Genova a bordo della motonave Caralis, morì in circostanze misteriose
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900510959
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ISCRIZIONI IN ALTO A SINISTRA - FOSCO BATINI DI VICO/ PER AVERE DATO UNO SCHIAFFO// - maiuscolo - a lapis - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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