Madonna del Latte

dipinto,

Affresco a lunetta raffigurante la Madonna del Latte. La figura della Madonna, in piedi, e tagliata all'altezza dei fianchi. Indossa una veste legata sotto il seno, un manto e un velo calato sulla testa. La figura e lievemente ruotata verso sinistra, tiene il capo inclinato e lo sguardo diretto verso sinistra. Sorregge con entrambe le mani il Bambino, che tiene una manina su un seno della madre. Il Bimbo ha la gamba destra flessa, e l'altra distesa. Il suo sguardo è rivolto verso lo spettatore. Il gruppo si staglia contro un tendaggio floreale, inscitto verticalmente dentro la lunetta. Nelle due porzioni laterali è ripetuto uno scudo con tre torri e una chiesetta, stemma della città di Piombino.Nella parte superiore della lunetta si trovano lo stemma dei Colonna e quello degli Appiani. Nella parte inferiore corre una scritta a caratteri capitali

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Senese
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Tacci Giovanni Maria ( Piombino, Notizie 1570/1575)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Comunale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Affresco inserito nella nicchia centrale della Sala del Consiglio del Palazzo Comunale di Piombino, raffigurante una Madonna con Bambino. Si tratta della diffussima iconografia della Madonna del Latte, ancora fortemente intrisa di evocazioni trecentesche. Ai lati della Madonna, inseriti all'interno di due scudi, stanno gli stemmi della comunità piombinese, tre torri stilizzate a simbolo delle tre parti del Castello di Piombino, a cui si aggiunge la facciata di una chiesetta, identificabile con la chiesa di Cittadella. Nella parte superiore della nicchia sono riconoscibili lo stemma degli Appiani, sulla destra, e quello dei Colonna, in alto. Stando agli studi più recenti (Carrara 1997) l'affresco fu restaurato dal pittore piombinese Giovanni Maria Tacci (come attesta parzialmente anche la iscrizione alla base della lunetta) e risalirebbe ad un ignoto artista piombinese degli anni Sessanta del Quattrocento. Il restauro e la parziale ridipintura dell'opera, che ne rendono difficile una certa identificazione stilistica, fu realizzato dal Tacci su commissione del Consiglio della Comunità di Piombino, di cui lo stesso pittore fu membro. La commissione risalirebbe la 1575. In uno precedente studio (Bucci 1978) l'opera veniva attribuita ad un artista senese della seconda metà del XV secolo. Una terza ipotesi spiegherebbe, accertatane la data del "restauro", il forte anacronismo dell'immagine: secondo quanto sostenuto da Nedo Tavera l'affresco riprodurrebbe l'immagine della "Vergine di Falesia" dell'antico Oratorio di San Giustiniano di Falesia, "la cui raffigurazione è ignota ma che certo era un simbolo della città stessa"(Tavera 1991, p. 117). L'affresco tornò alla luce in occasione del restauro dell'intero Palazzo Pretorio degli anni 1933-35. Poche le notizie sul Tacci: dell'artista viene ricordata la Bandiera processionale in legno, datata e firmata 1570, oggi conservata al Museo Diocesano d'arte sacra di Volterra, mentre nessuna notizia è per ora emersa circa l'ignoto artista primo affrescatore della lunetta, del quale vengono indicate ascendenze senesi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900426235
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • ISCRIZIONI lungo il bordo inferiore - PICTA FUIT MARIA MATER GRATIAET P. JOANEM MARI.. - lettere capitali - a pennello - latino
  • STEMMI in basso nella lunetta - civile - Stemma - Colonna - 2 - Tre torri merlate e una chiesa
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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