croce pettorale di Merlini Cosimo (sec. XVII)

croce pettorale,

Croce pettorale portareliquie a forma di croce latina con pomelli a corolla alle terminazioni ed anello apicale circolare. La decorazione, analoga sul recto e sul verso, è affidata ad una successione di pietre preziose tagliate a tavola ed inserite in castoni a colletto: ai topazi in castoni ottagonali si alternato granati in castoni ovali. La fascia in lamina di metallo che sottolinea lo spessore della croce è percorsa da iscrizioni incise inserite entro cornici impreziosite da corolle floreali stilizzate a quattro petali; sulla fascia metallica che ospita i castoni sono incisi motivi geometrici alternati a quadrifogli stilizzati

  • OGGETTO croce pettorale
  • MATERIA E TECNICA topazio
    ORO
    argento/ doratura/ fusione/ incisione
    granato
  • ATTRIBUZIONI Merlini Cosimo (1580/ 1641)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I documenti attestano che l'arredo fu donato il 23 dicembre 1638 da Pietro Niccolini al Capitolo dei Canonici fiorentini, di cui lo stesso era stato membro dal 1597, prima di essere nominato arcidiacono e vicario generale e quindi arcivescovo fiorentino dal 1632 al 1651, anno della morte. la croce faceva parte di un cospicuo gruppo di suppellettili, formato da un pastorale, due candelieri (ora conservati nella cattedrale di S. Maria del Fiore), un ostensorio, un calice (questi ultimi due perduti) e probabilmente due anelli. La croce - conservata in una custodia in legno ricopeta di cuoio rosso con impresso in oro l'emblema del Capitolo metropolitano e l'iscrizione "Florentini Capituli" - viene descritta nell'atto di donazione come "una croce per tenersi a' collo da vescovi et arcivescovi celebranti d'altezza d'uno 4 di braccio incirca et larghezza un sesto di braccio, parte d'oro sodo e parte d'argento dorato con n. 22 gioie n. 12 topatii et n. 10 granati et arme di casa Niccolini in 2 faccie". Dai documenti si apprende inoltre che le reliquie contenute nella croce furono prelevate dalla pieve di San Martino a Brozzi (della quale il Capitolo aveva avuto il patronato fino al XV secolo) ed incluse nell'arredo direttamente dall'arcivescovo. La croce viene successivamente citata fra gli arredi salvati dalle requisizioni napoleoniche nel 1798, risultando conservata in una cassetta di sommaco rosso, insieme a due anelli, il cui valore era stimato in venti scudi. I documenti relativi alla donazione del Niccolini identificano l'autore in Cosimo Merlini, orafo di origine bolognese attivo nelle botteghe granducali fiorentine dal 1614; lì fu chiamato per dirigere i lavori delle principali commissioni.Successivamente l'orefice-argentiere fu immatricolato nella Corporazione di Por Santa Maria dal 1622. Dal punto di vista stilistico, la croce si inserisce nella tradizionale tipologia delle croci preziose tempestate di pietre caratterizzandosi in particolar modo per la struttura rigorosa e la semplice eleganza d'impianto, avvertibile nella sapiente disposizione delle pietre e nella finezza dei caratteri dell'iscrizione dedicatoria, posta lungo il profilo dell'arredo e contornata da piccoli motivi geometrici e floreali
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900382238
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI bordo laterale - PETRUS/ NICCOLINUS/ ARCHIEPISCOP(US) : FLOR(ENTINUS) : CAPITULO DONAVIT/ DIE 23 DEC(EMBER) : / MDCXXXVIII - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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