Madonna

croce d'altare,

croce con piede costituito da una piattaforma dal contorno mistilineo a losanga decorata da una cornice con dentelli sulla quale è la base propriamente detta con analogo profilo e cornice a crocette, compresa tra due filetti nello spessore. Nel corpo del piede sono a sbalzo teche a forma esalobate e a goccia tra motivi a foglie di acanto. Superiormente è una cornice costituita da dentelli e perline. Alla base del fusto corre l'iscrizione dell'orafo Goro di Ser Neroccio e la data in smalto champlevé. Il fusto e, quindi, rivestito da formelle raffiguranti serafini ancora in smalto champlevé. Il nodo è a forma di tempietto gotico a pianta esagonale con finistrelle trifore. Dal punto in cui la croce s'innesta con la parte superiore del fusto a forma di calice di sezione esagonale si biforcano due bracci con nella terminazione sinistra la statuetta a tutto tondo della Madonna; quindi la croce vera e propria contornata all'esterno da una striscia di filigrana

  • OGGETTO croce d'altare
  • MATERIA E TECNICA argento/ pittura a smalto traslucido
    bronzo/ fusione/ cesellatura/ doratura
    rame/ incisione/ sbalzo/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Goro Di Ser Neroccio (1387/ Post 1456)
  • LOCALIZZAZIONE Pienza (SI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il Mannucci nella scheda ministeriale del 1908 cita la croce di Goro di Ser Neroccio quale dono di Pio II alla Cattedrale di Pienza. La donazione mal si concilia però con la datazione riportata a smalti nel fusto in quanto al 1435 Enea Silvio Piccolomini non era ancora papa (cfr., anche Carli E., 1966, pp.110, figg.58). Quanto detto contraddirebbe dall'altra parte una fonte storica:l'inventario dell'Opera del duomo di Pienza del 1784 (pubblicato dal Mannucci nel 1927, pp.112 e nel 1937, pp.115) in cui vengono menzionati, nella descrizione dell'oggetto, alcuni smalti con l'arme del pontefice Pio II, in origine alloggiati nelle teche del piede della croce. Non è stato possibile confermare la notizia secondo la quale il Mannucci ricorda la presenza dell'oggetto all'Esposizione di arte sacra di Orvieto e Torino rispettivamente nel 1897 e nel 1898. E' soprovvista non solo del crocifisso, ma anche della statuetta di San Giovanni Evangelista nella terminazione destra del braccio che si biforca dall'apice del fusto, nonché di quasi tutte le piastrelle smaltate. Avanzi di eleganti e raffinati smalti che dovevano in origine decorarlo si trovano solo in alcuni punti della croce e nel fusto. Per ulteriori informazioni storico-critiche cfr., bibliografia specifica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900372805
  • NUMERO D'INVENTARIO 98
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
  • ISCRIZIONI fusto - GHORO DI NER[O]CCIO MCDXXXIV - caratteri gotici - ad alveoli -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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