vaso - bottega fiorentina (secc. XVI/ XVII)

vaso, ca 1590 - ca 1610

Vaso in agata sardonica realizzato in tre pezzi; piede circolare in oro agradini decorato da sei diamanti alternati a sei rubini; fascetta con pietre preziose decora anche la gola del sostegno; corpo ad anfora con due manici, decorato in basso da motivi floreali a smalto; coperchio orlato da bordo in oro smaltato con al centro un foro per la presa

  • OGGETTO vaso
  • MATERIA E TECNICA smeraldo
    agata/ molatura
    RUBINO
    oro/ cesellatura/ smaltatura
    diamante
  • MISURE Altezza: 8.7 cm
    Larghezza: 3.8 cm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Manifattura Granducale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo degli Argenti
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pitti
  • INDIRIZZO P.zza Pitti, 1, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oggetto appartiene alla ricca, raffinata e preziosa produzione dellebotteghe granducali fiorentine, la cui origine si deve alla grandepassione dei Medici per i lavori in pietre dure. Infatti Lorenzo ilMagnifico aveva dato l'avvio ad una splendida raccolta di manufatti inpietre dure e preziose, procurandosi magnifici vasi in pietre dure ecammei, ai quali fece apporre nuove montature in oro e la propria siglada orafi fiorentini. Nei secoli successivi, la raccolta fu incrementataenormemente dagli altri componenti della famiglia (Cosimo I, Francesco I,Ferdinando I ecc.) e, a partire dalla metà circa del XVIII secolo, daigranduchi di Lorena. La notevole richiesta di questo tipo di opere daparte della famiglia regnante, spinse il granduca Francesco I acostituire delle vere e proprie botteghe granducali, dove abilissimioperatori erano destinati a lavorare esclusivamente per le esigenze dellacorte, producendo ex novo manufatti oppure restaurando ed integrandooggetti acquistati all'esterno. L'officina, dapprima ospitata presso ilocali del Casino Mediceo di S. Marco, fu poi trasferita nel nuovopalazzo degli Uffizi ed assunse il nome di "Opificio delle Pietre Dure"rimanendo attiva al servizio dei reganti di Toscana anche in etàlorenese. Spesso importanti artisti dell'epoca fornivano i disegni pergli oggetti (ad esempio il famoso vaso in lapislazzuli disegnato dalBuonatalenti). L'opera in esame appatiene a questa ampia produzione dellemanifatture granducali ed è databile tra la fine del Cinquecento ed iprimi anni del secolo successivo, all'incirca durante il granducato diFerdinando I anch'egli grande cultore e collezionista di oggetti inpietre dure e altri materiali preziosi. Fin dall'origine, quindi,l'oggetto apparteneva alle collezioni granducali, che si trovavanoraccolte all'inerno della Galleria degli Uffizi (alcuni pezzi decoravanola stessa tribuna), per pervenire, in parte, al Museo degli Argentisoprattutto agli inizi del nostro secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900349242
  • NUMERO D'INVENTARIO Gemme 770
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Le Gallerie degli Uffizi
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1997
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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