Ostensorio impostato su base troncopiramidale a sezione triangolare; il manufatto poggia su piedini architettonici modanati (a sezione di poligono irregolare). Il fusto è articolato in nodi di cui il principale a balaustro, a sezione centinata, demarcato nella zona di maggiore ampiezza da una serie di cornici centinate in aggetto. La mostra è costituita da teca rotonda in cristallo, liscia, circondata da cornice bombata cesellata secondo le forme di un fascio, ovvero trattenuta da nastri intrecciati: nuvolario composito con raffigurazioni varie. La raggiera è a dardi irregolari. Tutta la decorazione dell'ostensorio si basa sull'alternanza di superfici lucide ed opache, queste ultime satinate o fittamente lavorate con ornati a reticolo e quadrifogli o - se in scala ridotta - con ornati a reticolo centrati da puntino. Nella base, all'interno di una cornice a volute, vi sono raffigurate le "Tre Virtù Teologali. Fusto decorato da ornamentazioni vegetali. La lunetta, elegantissima e impreziosita da rose di diamanti, non sembra pertinente all'arredo (l'attacco della pinza alla teca non coincide perfettamente): potrebbe essere stata sostituita in passato a causa della sua perdita oppure involontariamente scambiata con quella di uno dei numerosi ostensori utilizzati in cattedrale
- OGGETTO ostensorio a raggiera
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MATERIA E TECNICA
CRISTALLO
diamante
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ATTRIBUZIONI
Mangani Giovacchino (notizie 1739-1772)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Bottega Navarri E Stefani
- LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il prezioso arredo, ancora oggi conservato nella sua custodia originale in legno munita di serratura e chiave (vedi scheda in riferimento), fu offerto al Capitolo dei Canonici fiorentini da Francesco Gaetano Incontri, vescovo di Firenze dal 1741 al 1781 per solennizzare la Processione del Corpus Domini. La donazione avvenne certamente entro il 1768, quando l'ostensorio è citato nel "Libretto della festa e Processione del Corpus Domini". L'ostensorio è di una qualità artistica eccellente; l'accuratezza del cesello è esaltata anche dall'ottima lega del metallo prezioso di cui l'oggetto è costituito. La croce apicale sembra essere stata applicata in un secondo momento. La mostra è stata eseguita a stampo. La decorazione - che si allinea senza cedimenti alla simbologia eucaristica codificata dai dettami post-tridentini - è tuttavia ricca ed eterogenea: diversamente dalla consuetudine i motivi non si ripetono mai (escluse le baccellature e gli ornati a reticolo) nelle varie parti dell'oggetto. Nel suo insieme l'oggetto ha un aspetto classicheggiante con richiami alla produzione orafa fiorentina degli inizi del secolo. Per quanto riguarda l'autore, i documenti ricordano il nome di Giovacchino Mangani, anche se sull'arredo ritorna per ben due volte, sul fusto e su un piedino, il punzone "N. S." Il marchio attribuito in un primo tempo a Niccolò Spiombi da Claudio Strocchi, è stato in seguito identificato dallo studioso come appartenente alla compagnia di argentieri "Navarri e Stefani"; il punzone risulta quindi originato dalle iniziali dei cognomi. Il marchio "N. S." venne usato evidentemente anche dal Mangani, che pure ebbe - forse dal 1768, quando si immatricolò - un suo punzone personale "G.M." La ripetuta presenza del marchio "N. S." sull'ostensorio Incontri si spiegherebbe dunque col fatto che il Mangani lavorò appoggiandosi alla bottega Navarri - Stefani prima di iscriversi all'Arte: con i due affermati maestri partecipò infatti a diversi lavori nel duomo di Prato, fra cui l'altare della Cintola
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900348372
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0