Dio Padre benedicente, angeli e cherubini

ostensorio a raggiera, 1687 - 1687

Ostensorio a sole, monumentale. La base, a struttura vagamente troncopiramidale, simula una roccia tripartita su tre appoggi. Vi sono applicate tre rosette a sei petali con gemme colorate (azzurre e verdi) incastonate al centro. Sullo zoccolo sono applicate altre foglie e piante. Il fusto ha la forma di un vecchio tronco di vite, contorto. Vi si avvitano pampini e grappoli d'uva secondo un andamento a spirale. La mostra reca al centro una teca circolare chiusa da un cristallo molato. Visibile all'interno la lunetta estraibile decorata con cherubino. Intorno alla teca cornice circolare decorata con pietre colorate incastonate di forma ottagonale. Cornice a raggera con dardi irregolari. Nuvolario decorato da figure a mezzo rilievo. In basso cartiglio in lamina dorata con stemma Pecori (entro un castone a giorno realizzato come un quadrifoglio a volute) e cinque lettere capitali formate da granati incastonati: H, E, F, M, D. Il cartiglio è sostenuto da due angioletti a tutto tondo con ali e panneggi dorati. Sul verso lo sportello della teca reca una chiusura a gancio; sotto la teca una placchetta centinata incisa con volute vegetali reca in basso lo stemma Pecori e in alto un'iscrizione dedicatoria all'Agnus Dei

  • OGGETTO ostensorio a raggiera
  • MATERIA E TECNICA pietre artificiali
    argento/ sbalzo/ traforo/ fusione/ doratura
    cristallo/ molatura
    FERRO
    LEGNO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Fiorentina
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumentale ostensorio fu donato dal nobile fiorentino Guido Pecori al Battistero di San Giovanni nel 1687. E' rimasto in Battistero, nella sua custodia, riposto entro un armadio di ferro con serratura ricavato nella base della statua di San Mattia - sotto la responsabilità del sagrestano e di uno degli operai - fino al 1720, anno in cui la propositura del battistero fu unita a quella della cattedrale. Negli inventari della cattedrale è presente fino ai nostri giorni senza interruzione, custodito nella guardaroba. In epoca moderna il fusto è stato risaldato e rinforzato con viti e dadi esagonali (altrove è fermato dalle originali raperelle a rosetta). La motivazione della donazione - la particolare affezione del Pecori al sacramento - è ricordata nel libro del Befani, che scioglie a p. 60, l'enigma del versetto evangelico condensato nelle cinque lettere del cartiglio. Gli inventari ricordano che era conservato entro una custodia di noce con serratura, foderata di damasco rosso; in occasione delle prediche veniva parato con una 'copertoia' di taffetà rosso e con un velo bianco con sostegno in ferro. L'arredo, di una tipologia che non ha eguali nel panorama fiorentino, può essere paragonato solo alle soluzioni creative e originali ideate all'inizio del Seicento da Cosimo Merlini, dove gli elementi naturali (uva, spighe di grano...) diventano al tempo stesso simbolo e struttura. La ricercata monumentalità dell'ostensorio, e la complessità della sua decorazione tardobarocca, lo rendono però esteticamente pesante e anche poco aggraziato, assai distante quindi dalle raffinate invenzioni del maestro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900347979
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio - H(IC) E (ST) F(ILIUS) M(EUS) D(ILECTUS) - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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