Santa Cecilia suona l'organo incoronata da un angelo

dipinto, ca 1635 - ante 1650

Tela di formato rettangolare priva della cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Rosselli Matteo (1578/ 1650)
  • LOCALIZZAZIONE Prato (PO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non conosciamo la provenienza originaria di questo dipinto e delle altre due tele raffiguranti la "Assunzione della Maddalena" e "San Giuseppe con Gesù Bambino" eseguite in pendant con esso e conservate nella stessa canonica di S.Pietro a Iolo (cfr. schede OA nn. 0900300466 e 0900300467). Esse non sono citate negli inventari della chiesa del 1784-87 e del 1785 ed è probabile che siano state acquisite dalla pieve dopo le vicende del periodo ricciano. L'importanza della commissione e la qualità artistica potrebbero suggerire una provenienza piuttosto illustre, magari da qualche chiesa cittadina o ricca confraternita. La "Santa Cecilia" è fra le tre tele quella di maggiore qualità e presenta con più evidenza i caratteri stilistici che confortano l'attribuzione al pittore fiorentino Matteo Rosselli avanzata nel 1987 da Maria Pia Mannini. Riconducono a questo artista le tipologie dei volti dei cherubini e della santa e la patetica inclinazione espressiva di essi, la fluidità pittorica della pennellata ed il ricco e brillante cromatismo che concorrono alla realizzazione di quello stile "fiorito" del quale il Rosselli fu a Firenze l'interprete principale. Nella tela è evidente non solo il debito dell'artista verso la pittura veneta ma soprattutto le suggestioni dei pittori bolognesi - in primis di Guido Reni e del Domenichino - per l'idealizzazione formale di stampo classicista, l'inflessione sentimentale della figura e la solenne monumentalità con cui quest'ultima campeggia sulla tela. Nell'ampiezza e nella fluida e movimentata struttura del panneggio si può forse notare anche l'influenza della pittura di Pietro da Cortona nella Stanza della Stufa che determina la svolta stilistica del Rosselli negli anni Quaranta. Per questi motivi l'opera mi pare ipoteticamente databile nell'ultimo quindicennio di attività del Rosselli, in un momento non lontano dalle tre pale documentate che l'artista lasciò a Prato fra il 1633 ed il 1643, già sature di elementi figurativi romani e bolognesi (cfr. R.P. Ciardi, Architettura e Arti Figurative,in Prato storia di una città. 2 Un microcosmo in movimento, Firenze 1986, p. 719). Una datazione piuttosto tarda si accorderebbe meglio anche con l'evidente presenza della bottega nell'esecuzione del dipinto dove non tutte le parti mantengono una qualità tale da poter essere ascritte interamente al maestro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900300465
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici delle province di Firenze, Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sullo spartito musicale - FIAT COR MEUM IM(M)ACULATU/ UT NON CONFUNDAR - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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