San Bonaventura

dipinto, post 1474 - ante 1482

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Domenico Di Michelino (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Domenico Del Ghirlandaio
    Giusto D'andrea
    Scuola Giottesca
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Opera di S. Croce
  • LOCALIZZAZIONE Convento di S. Croce
  • INDIRIZZO p.zza S. Croce, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola con "San Bonaventura" viene menzionata nel 1842 dal Fantozzi che la vide nella cappella Medici, attribuendola alla "scuola di Giotto" (p. 206); nel 1898 è citata poi da Crowe e Cavalcaselle che la descrivono, invece, nella cappella del Noviziato insieme alla tavola raffigurante "San Bernardino da Siena" (cfr. scheda 09/00655620), entrambe attribuite a Domenico di Michelino. In seguito spostata in sacrestia e poi nel Museo dell'Opera, è qui che la tavola subì le tragiche conseguenze dell'alluvione del 1966, riportando gravissimi danni. Di recente è stata sottoposta ad un sapiente ed innovativo restauro che ha consentito di restituirla nel 2006 all'esposizione nel museo, di nuovo con l'antica leggibilità e compiutezza formale (cfr. "Angeli…", pp. 157-166). La paternità della tavola è stata confermata dalla critica novecentesca a Domenico di Michelino, a partire dalla Ciaranfi, che avvicinò il San Bonaventura ad un'altra opera del pittore, la tela raffigurante Dante conservata nel Duomo fiorentino, fino agli studi più recenti (Tartuferi); eccezioni il Van Marle che suggerì il nome di Domenico del Ghirlandaio ed il Berenson che pensò a Giusto di Andrea. Domenico di Michelino, formatosi nelle botteghe artigiane, era entrato in contatto con il Beato Angelico (secondo quanto attesta Vasari e secondo quanto si evince dallo stile asciutto delle sue opere giovanili) e poi con la bottega di Filippo Lippi da cui invece egli impara ad addolcire il suo linguaggio con morbidi chiaroscuri. Riguardo alla datazione del San Bonaventura, esso è stato avvicinato alle opere del sesto decennio (Ciaranfi). Domenico di Michelino - lo dimostrano le sue opere - si specializzò in questo tipo di produzione dal carattere austero ed iconico e questo fu quasi certamente il motivo della commissione del San Bonaventura da parte dei francescani di Santa Croce (cfr. "Angeli…", p. 156). Recentemente Tartuferi ha proposto che l'occasione fosse data dal secondo centenario dell'anniversario della morte del santo (1474) o - forse più probabilmente - dalla sua canonizzazione (1482), data a cui lo studioso colloca l'esecuzione dell'opera. Sebregondi, datando l'opera agli ultimi decenni del secolo, accosta in via ipotetica la commissione della tavola ad una confraternita laicale che si riuniva in Santa Croce (p. 92)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900297011
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • ISCRIZIONI nel libro - PROFUN/DA FL/UVIORU/M SCRU/TATUR SUM E//CCE DISCRIPSI/TIBI O/MNIA TR/IPLICI/TER - San Paolo (Lettera ai Timotei) - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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