papa Pio V incorona Cosimo de' Medici granduca di Toscana

dipinto, 1591 - 1591

Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: Cosimo I; figura intera; di tre quarti a sinistra; in ginocchio; Pio V; figura intera; di profilo; seduto. Figure maschili: dignitari; prelati; vecchi ignudi; gemelli. Allegorie-simboli: Prudenza; Giustizia; Pace; Fede; Tevere; Roma; Arno; Marzocco. Abbigliamento: contemporaneo; all'antica. Attributi: (prudenza) specchio; spada; (Giustizia) bilancia; (pace) rametto d'ulivo; libro; (Fede) colomba; orci; (Roma) lupa; gemelli. Interno. Architetture: portale scolpito sormontato da arme papale fra due putti alati; volta a crocera decorata a grottesche; finestrone; gradinata. Oggetti: baldacchino; corona granducale; pala. Animali: lupa; leone. Vegetali: ghirlanda di fiori e frutta

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA ardesia/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Ligozzi Jacopo (1547/ 1626): parziale esecuzione
    Ligozzi Francesco (/ 1635)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Vecchio
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Vecchio o della Signoria
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il grande dipinto fa parte di un ciclo di quattro pannelli di tema storico legati fra loro dalla doppia esaltazione del prestigio fiorentino e del potere mediceo, rappresentato dalla figura di Cosimo I. Come risulta da alcune lettere del Vasari a Giovanni Caccini, datate maggio 1564, i pannelli erano già stati previsti nella sistemazione generale del salone anche se furono effettivamente relizzati soltanto vent'anni più tardi, al tempo degli ultimi completamenti dell'ambiente sotto Ferdinando I. Il committente diretto dei due dipinti della testata nord del salone fu don Giovanni de' Medici che incaricò dell'esecuzione il veronese Jacopo Ligozzi, già da più di un decennio al servizio dei Medici. Famoso per le sue tavole scientifiche e per l'attività d miniaturista, il Ligozzi si accinse di mala voglia all'opera monumentale che preparò tuttavia in ogni minimo dettaglio come testimonia un disegno preparatorio degli Uffizi lumeggiato a biacca. Più tardi egli si provò ancora in analoghi quadri storici come i due scomparti per il soffitto della chiesa dei Cavalieri aa Pisa, in uno dei quali, "La presa di Nicopoli" (1606), sembra ispirarsi all notturna "Presa di Porta Camollia" depinta da Vasari e Stradano in Palazzo Vecchio, e ancora, "La consegna delle chiavi di Verona ad doge", eseguito a Firenze per il salone delle adunanze della loggia di Fra Giocondo a Verona e nel quale egli ricalca certi schemi dei dipinti in esame per il salone dei Cinquecento. Da alcuni documenti sappiamo che Ligozzi non lavorò da solo a queste tavole, ma fu affiancat da vari collaboratori fra i quali spicca la problematica figura di Francesco Ligozzi - probabilmente il cugino e non il figlio del pittore, che ha lo stesso nome - per il quale esistono pagamenti a partire dal 1590, e poi Donato Mascagni, Bernardino di Guido, Francesco Ricci, Domenico di Zanobi Landini e Sandro Gielli. Il soggetto illustra l'episodio da parte di Pio V, avvaenuta, come narra ampiamente il canonico Agostino Lapini nel suo 3Diario Fiorentino", il 13 dicembre 1569. Nel dipinto il Ligozzi ha celebrato l'evento con la presenza delle quattro virtù della Prudenza, della Giustizia, della Pace e della Fede che fanno da quinta alla scena insieme alle figurazioni alegoriche di Roma e di Firenze. Sullo sfondo, sopra un portale che reca l'iscrizione PIO V PONT. MAX. é visibile lo stemma Ghisleri allusivo alla casata del Pontefice. Il quadro é firmato e datato 1591
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900292715
  • NUMERO D'INVENTARIO Palazzo Vecchio, Catalogo delle cose d'arte, n. 190
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • ISCRIZIONI sul primo scalino in basso - JAC. LIGOZZI FE 1591 - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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