putti alati con un otre e cherubino

lavabo da sacrestia post 1438 - ante 1440

Basamento, vasca, nicchia centrale rettangolare affiancata da lesene, con parete di fondo ed intradosso dell'architrave scolpiti, timpano. Decorazioni: baccellature, fregio con acanto e fiori, bocche di drago, listelli, scanalature, fregi di acanto, volute, rosette, volute vegetali, protome leonina, fascia di quercia, nastri, fusarole, dentelli, ovoli, modanature architettoniche

  • OGGETTO lavabo da sacrestia
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara/ scultura
    Ottone
  • ATTRIBUZIONI Cavalcanti Andrea Detto Buggiano (1412/ 1462)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'acquaio per la Sagrestia delle Messe fu commissionato dall'Opera del Duomo, nel 1432, al Brunelleschi. Tuttavia, si dovrà aspettare la fine del decennio per trovarvi il Buggiano all'opera, come testimoniano i pagamenti del 1438 e del 1439, ed il saldo finale nell'aprile 1440. Il fonte marmoreo era già in condizione d'esser murato, il 22 febbraio 1440, quando fu chiesto al Brunelleschi di sovrintendere al taglio di un condotto per la tubatura collegata con il pozzo. Ricorderemo, qui, che le cannelle originali, eseguite in bronzo su modello di Andrea, vennero sostituite, nel 1507, con altre due in ottone, a forma di bocca di drago (anche queste in seguito cambiate). Fra gli studiosi che si sono occupati dell'opera, già Gabriele Morolli (1978) ne sottolineava l'ispirazione brunelleschiana e la "feconda contraddizione" sottesa nell'inedita composizione: da un lato, infatti, era il motivo dell'edicola romanico-classica, ipreso dalle finestre del secondo ordine del Battistero e sottoposto ad una "rigorosa normalizzazione proporzionale"; dall'altro, invece, vi era il gusto di Filippo per un'inventività più calda e per una fantasia, al fondo, più scoperta, che privilegiava un classicismo più "emotivo", come si poteva trovare allora nell'opera di Donatello. Quanto alle figure dei due putti, Morolli ne contrapponeva la "ponderatio" espressiva, contenuta ed arcaica, alla vivacità più sfrenata di quelli dell'altro lavabo. Insieme a questi studi del Morolli, nello stesso volume sui "Brunelleschiani", F.Quinterio pubblicava anche le notizie documentarie relative all'opera, tratte da un manoscritto del Poggi (conservato presso l'Istituto Tedesco di Firenze), che era stato concepito quale prosecuzione del libro del 1909 sul Duomo fiorentino e sul quale si fondano in gran parte anche gli studi condotti, più recentemente, da M.Haines (1983). Quest'ultima, fra l'altro, avrebbe anche ipotizzato che l'invenzione dei due putti alati sull'otre potesse esser ripresa da due gocciolatoi intagliati dal Ciuffagni e dal Rosso, nel 1422-24, e posti all'esterno delle tribune; ed avrebbe fatto notare, di poi, che lo zoccolo sotto il basamento fu aggiunto solo nel corso del settimo decennio del Quattrocento, ovvero quando venne installato l'armadio marmoreo (simmetrico al lavabo), al fine di render più armonico l'ambiente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900289743
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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