capitello di Giamberti Giuliano detto Giuliano da Sangallo (cerchia) (sec. XV)
capitello
1490 - 1490
Giamberti Giuliano Detto Giuliano Da Sangallo (cerchia)
1445 ca./ 1516
Calato, abaco
- OGGETTO capitello
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MATERIA E TECNICA
pietra serena/ scultura
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ATTRIBUZIONI
Giamberti Giuliano Detto Giuliano Da Sangallo (cerchia)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Sansovino Andrea
Benedetto da Rovezzano
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Spirito
- INDIRIZZO piazza S. Spirito, Firenze (FI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai libri dell'Opera risulta che dei quaranta capitelli (trentadue della sacrestia e otto della cappella Barbadori) trentotto provengono dalla bottega di Giovanni di Betto e due da quella di Simone del Caprina; sempre dai documenti sappiamo che Andrea di Niccolo', identificato da Botto in Andrea Sansovino, ricevette 45 lire e 10 soldi nel dicembre del 1490 per lavori di scultura. Il Vasari attribuiva al Sansovino due capitelli non meglio identificati. Da questi dati di partenza si sono sviluppate numerose ipotesi attributive. Al di la' delle singole ipotesi che poi discuteremo, l'insieme dei capitelli del primo ordine si puo' avvicinare strettamente ai partiti decorativi dei palazzi Gondi e Corsi-Horne e piu' in generale a quelli Strozzi e Guadagni. Precisi confronti (ad esempio i capitelli coi nudi e coi putti del palazzo Corsi, evidentemente della stessa mano di alcuni della nostra sacrestia) confermano che sono all'opera le stesse maestranze, che lavorano quindi sia per Giuliano da Sangallo, che per il Cronaca. La vicinanza di alcuni capitelli della sacrestia (in particolare quella con cornucopie e foglie d'acanto e col motivo dei nudi) a disegni del codice Barberiniano, attribuito al Sangallo, farebbe ritenere tali maestranze in dipendenza da quest'ultimo. Inoltre, documenti relativi alla sacrestia di S. Spirito potrebbero individuare in Giovanni di Betto e Simone del Caprina i responsabili di questa bottega. Non e' chiaro se il ruolo di questi due personaggi fosse solo organizzativo o se essi fossero anche esecutori materiali. Il Middledorf ritiene Giovanni di Betto uno scultore rivolto prevalentemente all'ornato (ma gli attribuisce allo stesso tempo due capitelli poi putti collegandoli a Desiderio e a Rossellino) mentre considera Simone del Caprina prevalentemente rivolto alla figura (e gli assegna i due capitelli coi nudi). All'estremo opposto il Luporini ritiene Giovanni e Simone semplici taglia pietre negando loro ogni intervento artistico. L'ipotesi della presenza del Sansovino, originata dal Vasari, non trova poi una conferma definitiva, come anche le altre, basate su considerazioni di ordine stilistico per le quali si rimanda alle singole schede, (campo altre attribuzioni). L'ipotesi della consistente presenza di Benedetto da Rovezzano, sostenuta dal Luporini, si basa sulla collaborazione dello scultore con Giuliano da Sangallo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281776-4
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
- ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2000
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0