arco, serie di Giamberti Giuliano detto Giuliano da Sangallo, Simone del Caprina, Giovanni di Betto (sec. XV)

arco 1489 - 1492

Arco composito. Capitelli, arco, chiave di volta

  • OGGETTO arco
  • MATERIA E TECNICA pietra serena/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Giamberti Giuliano Detto Giuliano Da Sangallo (1445 Ca./ 1516): progettista
    Simone Del Caprina (notizie 1476/ 1499): esecutore
    Giovanni Di Betto (notizie 1490-1492)
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Spirito
  • INDIRIZZO piazza S. Spirito, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le fasi di costruzione della sacrestia sono riportate in alcuni documenti che il Botto pubblica nel 1932. Dai documenti sappiamo che il 12 settembre 1488 gli Opera decisero di far fare un modello per la sacrestia e che il 14 agosto del 1489 concordarono nel seguire il modello fatto da Giuliano da Sangallo ed approvato da Lorenzo de' Medici. Abbattuto il vecchio campanile il 26 ottobre del 1489, il 3 dicembre dello stesso anno vengono benedette le fondamenta alla presenza dello Scorbacchia, capomastro dell'Opera, di Salvi d'Andrea, maestro di scalpello e di Zanobi di Sandro. La mancata presenza del Cronaca confermerebbe, secondo il Botto, il fatto che egli non solo non progetto' ma neanche diresse i lavori per la sacrestia. Del resto, aggiunge il Botto, dai pagamenti fatti dall'Opera e registrati dai provveditori si ricava che i compensi vengono regolarmente pagati fino al 1494 allo Scorbacchia e fino al 1497 a Salvi d'Andrea; mentre il Cronaca riceve solo 13 lire nel novembre del 1491 con ogni probabilita' per il progetto del vestibolo. Il 23 gennaio 1490 la sacrestia e' condotta fino al piano pavimento e si iniziano i lavori per la sopraelevazione: Simone del Caprina e Giovanni di Betto eseguono le parti decorative in pietra. Arrivati all'impostazione della cupola i lavori si interrompono nel 1492 e non verranno piu' ripresi fino al 1495: dai libri dell'Opera non risulta quali fossero le ragioni di questa interruzione; da escludere quelle finanziarie dal momento che in questo intervallo di tempo vennero condotti i lavori per il vestibolo; da escludere anche quelle di carattere piu' personale cui fa cenno il Vasari per cui sembrerebbe che Giuliano da Sangallo, addolorato per la morte del Magnifico si trasferisse a Prato e iniziasse i lavori per la chiesa della Madonna delle Carceri che in realta' era gia' terminata nel 1491. Dagli studi del Fabriczy seppur non si ricava il motivo dell'interruzione dei lavori, si apprende pero' che alla loro ripresa nel 1495, Giuliano da Sangallo era in Francia al seguito del Cardinale della Rovere e non pote' attendere al modello per la cupola, per il quale invece fu ingaggiato Antonio del Pollaiolo. Questi, probabilmente, visto che non sembra si fosse occupato mai di architettura, fece il modello come semplice intagliatore per incarico di Salvi d'Andrea, cosi' come il Francione lo aveva seguito per la volta del vestibolo per il Cronaca e Giuliano da Sangallo. Il 20 maggio del 1495 viene approvato il modello, nell'agosto dello stesso anno si iniziano i lavori e Antonio di Manni lastraiolo comincia a mandare all'Opera il pietrame lavorato. La cupola risulta finita il 5 settembre del 1496 ma, come si legge nel diario di Luca Landucci, tolta l'armatura il 10 novembre, essa rovino'. Il provveditore Zanobi Landi non da' notizia di questo avvenimento, ma riporta che il 27 gennaio 1497 gli Operai elessero come capomastro dell'Opera un certo Pandolfo non meglio identificato, il quale, con ogni probabilita', dovette ricostruire la cupola adottando lo schema costruttivo di quella della chiesa, gia' sperimentata. Poiche' la cupola attuale corrisponde alla descrizione del modello di Antonio del Pollaiolo, si puo' affermare che anche nella ricostruzione non ci si allontano' da esso. D'altronde sia la cupola della chiesa che quella della sacrestia si ricollegano allo schema brunelleschiano a coste e vele della sacrestia di San Lorenzo e della Cappella Pazzi. Nei motivi decorativi e' evidente l'ispirazione all'antico e in effetti molti studi su monumenti classici compaiono ripetutamente nel codice Barberiniano e nel taccuino senese del Sangallo, studi che egli aggiorno' nel 1488 quando, diretto verso il regno di Napoli, colse l'occasione per fermarsi a Roma. Al tempo stesso si rivela una derivazione brunelleschiana nel risalto lineare delle membrature di pietra scura sul fondo bianco dell'intonaco
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281776-38
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2000
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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