San Girolamo tra due angeli

formella, post 1437 - ante 1474

Soggetti sacri. Personaggi: San Girolamo. Figure: angeli. Attributi: (San Girolamo) galero; libro. Oggetti: trono

  • OGGETTO formella
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione/ cesellatura
    bronzo/ fusione/ cesellatura
  • MISURE Altezza: 53
  • ATTRIBUZIONI Maso Di Bartolommeo (1406/ 1456): assistente alle fusioni
    Domenico Di Domenico Da Prato (notizie 1435): disegno dei cardini della porta
    Giovanni Di Bartolommeo (notizie 1461/ 1463): esecuzione maniglie
    Bartolomeo Di Fruosino (1366 Ca./ 1441)
    Della Robbia Luca (1399-1400/ 1482)
    Michelozzi Michelozzo (1396/ 1472)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai documenti, sappiamo che la commissione delle porte bronzee delle sagrestie era stata affidata, nel 1437, a Donatello, il quale, tuttavia, fu distolto dai progetti che gli erano stati affidati dall'Opera del Duomo a causa degli impegni con i Medici per San Lorenzo e del viaggio, poi a Padova (v. Poggi, doc.1482-1585). Nell'estate del 1445, gli Operai furono autorizzati ad escludere una porta dalla commissione a Donato: si trattava, com'era prevedibile, di quella per la sagrestia delle Messe, da affidare a Michelozzo e a Luca della Robbia, se quest'ultimo si fosse presentato entro il mese di agosto. Si dovrà aspettare solo il 28 febbraio successivo, però, per avere un contratto più dettagliato, nel quale veniva incluso anche Maso di Bartolomeo, nonostante i pagamenti ai contraenti e gli acquisti di bronzo e d'ottone fossero iniziati già nel dicembre del '45, e nello stesso periodo venisse eseguita almeno una fusione (v.Poggi, doc.1551, 1553, 15 55-1560). Per un anno si troveranno pagamenti agli artisti e dai loro assistenti per la fusione e la rifinitura dei telai, oltre alle spese per il metallo necessario (v.Poggi, doc. 1560 1562, 1564-1567), ma sembra che dopo un primo fervore i lavori avessero subito un progressivo rallentamento, diversamente interpretato dagli storici (cfr. M.Haines, 1983, e Y. Even, 1987) . Ancora nel 1469, quando erano completati gli arredi lignei della sagrestia, restavano da terminare le porte bronzee, interrotte poco prima della metà del secolo (come, d'altronde, le tarsie). L'interesse per le porte riprese con la verifica del vecchio contratto a Luca, Michelozzo e Maso di Bartolommeo: quest'ultimo, nel frattempo, era morto, cosicché fu deciso di passare a suo fratello Giovanni il compito di aggiustare, ripulire e montare la vecchia intelaiatura, da tempo accantonata. Il lavoro venne dichiarato compiuto ed accettato dallo stesso Luca, il 17 dicembre 1463: Giovanni avrebbe fuso, quindi, i dieci pannelli interni della porta , che presentò il 16 maggio 1464, data in cui vennero anche pagati. Il contratto per le dieci storie della faccia esterna della porta fu stipulato, con Luca soltanto, il 4 agosto 1464 (al tempo, Michelozzo era a Ragusa). Nell'autunno, venne acquistato carbone per far fondere le prime due storie e dal 1465 al 1467 sono documentati pagamenti a Luca (v.Mather, doc.16, 19-20, 17-18, 21-22, 24) Nell'ottobre del 1467, gli acquisti di metallo includevano del bronzo, avuto dal Verrocchio, per la fusione delle ultime due storie, che si pensano compiute entro l'inizio del 1468, quando stavano per esser terminati il fregio ed il rivestimento ligneo nello sguancio della porta. La rifinitura di questi pannelli, tuttavia, fu molto lenta, forse anche per l'età avanzata di Luca (v.Mather, doc.23, 26-31). Nel dicembre del 1474, le porte furono definitivamente montate all'ingresso della sagrestia: i cardini erano stati disegnati da Domenico di Domenico da Prato, mentre le maniglie furono eseguite da Bartolomeo di Fruosino. I pagamenti a Luca, infine, si sarebbero protratti fino al 1477 (v.Poggi, doc.1603-1604, 1606-1608). Il primo a descrivere queste porte fu Antonio di Tuccio Manetta, nell'ottavo decennio del secolo. Ricorderemo, qui, che già a quel tempo le porte ebbero una tiepida accoglienza, dovuta al mutamento di gusto avvenuto nel corso dei due decenni interpostesi fra la commissione iniziale ed il completamento dell'opera. Anche la critica più recente, a partire dal Marquand (1914), è stata assai concorde nel sottolinearne una certa arcaicità, nonché l'effetto generale di monotonia e di rigido schematismo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281457-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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