funerali di San Zanobi

scomparto di predella ca 1380 - ca 1380

Soggetti sacri. Ecclesiastici: vescovi; chierici. Oggetti: feretro; drappo damascato; libro; croce processionale; pastorale; insegna religiosa. Vegetali: alberi

  • OGGETTO scomparto di predella
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura
  • MISURE Altezza: 40
    Larghezza: 25
  • ATTRIBUZIONI Giovanni Del Biondo (notizie Dal 1356/ 1398)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Andrea Orcagna
    Scuola Di Andrea Orcagna
    Maestro Dell'altare Rinuccini
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Attribuito già a Gaddo Gaddi o al giovane Giotto nella guida del Follini-Rastrelli (1790), questo dipinto sarebbe stato considerato, in seguito, come opera dell'Orcagna (Crowe-Cavalcaselle, 1864), di scuola dell'Orcagna (Burckhardt, 1901): quindi, di un pittore indicato dal Suida (1905) come "Maestro dell'altare Rinuccini", ed identificato, da C.Gamba (1907) , con Giovanni del Biondo (a questa attribuzione si sarebbe poi attenuta tutta la critica successiva). Già il Suida intravedeva qui motivi naturalistici vicini alle miniature nordiche e proponeva una datazione intorno al 1390. R.Offner (1967), cui dobbiamo uno studio approfondito dell'opera (da lui attribuita a Giovanni del Biondo fin dal 1947), ne sottolineava, fra l'altro, la tendenza verso una più matura concezione plastica e spaziale, che attribuiva alla conoscenza diretta, da parte dell'artista, della coeva pittura senese, evidente anche in altre sue opere, come la "Madonna con il Bambino" oggi a Dublino, o l''"Incoronazione della Vergine" di San Donato in Poggio. Lo studioso rilevava anche una certa somiglianza con Bernardo Daddi, segnatamente nella scena con il "Funerale di San Zanobi" e nello scomparto destro della predella; non solo, ma avrebbe proposto una datazione intorno al 1380. Nel 1975, M.Boskovits avanzava l'ipotesi di una collaborazione, in questo dipinto, fra Giovanni del Biondo e Jacopo di Cione. Più particolarmente, lo studioso attribuiva a Jacopo la testa del Sant'Eugenio, per la sua solida plasticità ed il più fine chiaroscuro, diversi dalla materia più cruda e calcinosa di Giovanni del Biondo (già il Toesca, nel '51, notava in questa tavola una sostanziale attenuazione di quella "rusticità" a lungo persistente nell'opera di Giovanni, tanto nel polittico Rinuccini quanto nella tavola di Figline Valdarno). Non discostandosi sostanzialmente dall'Offner, Boskovits collocava l'opera fra il 1375 ed il 1380. Sappiamo da F.Del Migliore (1684) che questo "tabernacolo" era oggetto di particolare venerazione dell a Cappellania Corale di Santa Maria e San Zanobi, istituita sotto il patronato di messer Agnolo di Nuto medico. Nella guida del Follini-Rastrelli (1790), dove si riportava la notizia, due stemmi dell'originaria cornice venivano interpretati come armi della famiglia dei Mozzi e si credeva così di poter risalire, con la loro presenza, al vescovo Andrea di quella famiglia, che resse la diocesi fiorentina dal 1287 al 1295: pertanto, si attribuiva il dipinto non già a Taddeo bensì a Gaddo Gaddi, ma si pensava anche al giovane Giotto per la qualità superiore della pittura. Quanto alla provenienza dell'opera, W.Cohn (1956) ammetteva la possibilità che questa nostra fosse la tavola con "San Zanobi", commissionata dall 'Arte dei Chiavaioli per Orsanmichele (lo studioso avvertiva di altre opere cedute dai Capitani di Orsanmichele o dalle varie Arti all'Opera di S.Maria del Fiore, anche se, nel nostro caso, mancano i documenti). Per R.Offner, l'opera era stata eseguita, invece, appositamente per il Duomo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281449-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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