Scene della vita di Cristo, Evangelisti e Dottori della Chiesa

porta a due battenti, post 1401 - ante 1424

Gradino bronzeo, stipiti, architrave, battenti bronzei con ventotto formelle istoriate e con cornici decorate

  • OGGETTO porta a due battenti
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione/ cesellatura/ patinatura/ incisione/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Ghiberti Lorenzo (1378/ 1455)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1401 l'Arte dei Mercanti di Calimala, cui spettava il "governo" del Battistero, decideva di bandire un concorso per la commissione della seconda porta bronzea, vinto dal Ghiberti. Sarà lo stesso Ghiberti a raccontare con una certa enfasi nei suoi "Commentari" le vicende salienti di questa competizione - cui presero parte, fra gli altri, il Brunelleschi, Jacopo della Quercia e Francesco di Valdambrino - e che doveva consistere nell'esecuzione di una formella col "Sacrificio d'Isacco" (le due famose del Ghiberti e del Brunelleschi si conservano oggi nel museo del Bargello; le altre, molto probabilmente, furono fatte rifondere per recuperare il materiale). Dai documenti sappiamo che il 23 novembre 1403 veniva stipulato un primo contratto, nel quale compare anche il nome di Bartolo di Michele, padre di Lorenzo, che si faceva così garante dell'opera del figlio. Nel contratto si diceva che ogni anno dovevano essere consegnati, completi, tre rilievi: quindi si prevedevano più o meno dieci anni di lavoro, tre in più di quelli occorsi ad Andrea Pisano per ultimare la prima porta. Una speciale commissione eletta dall'Arte avrebbe seguito i progressi dell'opera: vi facevano parte anche Matteo di Giovanni Villani, Niccolò di Luca di Feo e Palla di Noferi Strozzi (quest'ultimo avrebbe lasciato importanti notizie documentarie che hanno permesso agli studiosi di ricostruire le varie vicende relative al lavoro). Nei mesi precedenti l'inizio dell'opera venne cambiato il programma vetero testamentario della porta che, essendo quella principale del Battistero ed anche frontale rispetto al Duomo, dedicato alla Madonna, sarebbe stata più convenientemente istoriata con scene della vita di Cristo ed insieme con gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa (solo nel 1452, quando fu compiuta anche la porta del Paradiso, fu dato il posto d'onore al Vecchio Testamento per la bellezza dell'opera; questa porta venne invece trasferita all'ingresso nord). Il 30 gennaio 1404 gli "Officiali di musaico"invitavano l'artista a dare avvio al suo lavoro. Fra le note dello Strozzi troviamo regolarmente ricordati, fra il 1404 ed il 1407, acconti agli assistenti che lavoravano nella bottega del Ghiberti: Bandino di Stefano, Giuliano di Ser Andrea, Giovanni di Francesco, Bernardo di Piero Ciuffagni, Michele di Nicolai, Michele detto "Scalcagna", il giovane Donatello, Jacopo d'Antonio da Bologna, Domenico di Giovanni, Maso di Cristofano (da qualcuno identificato con Masolino), Antonio di Tommaso (nipote del Bandino). Sembra però che la bottega ghibertiana non potesse tener fede all'impegno di dare ogni anno tre formelle già rifinite. Secondo Krautheimer (1956) nel 1407 i rilievi eseguiti sarebbero stati quattro o, al massimo, sei. A causa di queste inadempienze, quindi, si stipulava un nuovo contratto il 1° giugno 1407, nel quale si sarebbe addirittura proibito all'artista di accettare nuove commissioni di opere, senza prima avere il permesso dei consoli di Calimala. Che i tempi fossero divenuti più stretti lo si può dedurre, fra l'altro, anche dall'acquisto di torce per diciannove lavoranti, il che lascerebbe pensare ad una indefessa attività notturna all'interno della bottega ghibertiana. Come nel primo contratto, anche adesso si chiedeva all'artista di eseguire lui stesso i modelli in cera, nonché di cesellare le fusioni, specialmente per quelle parti che richiedevano più cure, come i nudi o le capigliature. La scelta degli assistenti era ancora affidata all'artista. Dopo il 1407 essi saranno ventuno, impiegati nelle fasi più pesanti del lavoro e poi per la finitura, ma solo delle parti di secondaria importanza. Anche Paolo Uccello sarebbe entrato in questo tempo nella bottega del Ghiberti come apprendista; troveremo poi anche il nome di Michelozzo (quest'ultimo intorno al 1420 fu collaboratore del Ghiberti anche per il "San Matteo"). A detta del Krautheimer, la maggior parte del lavoro doveva essere compiuta intorno al 1415, se già dal 1412-1413 l'artista avrebbe preso diverse commissioni esterne. Nel marzo 1423 si deliberava la parziale doratura della porta, per accrescerne il prestigio: risale a questo tempo - sempre secondo il Krautheimer - la fusione del telaio ed il disegno degli sipiti (fusi probabilmente dopo il 1424). La sola doratura ed il montaggio delle varie parti, infine, richiesero un anno intero, fino all'aprile 1424: il 19 di questo mese la porta era collocata all'ingresso orientale del Battistero. Fra gli studiosi ricorderemo il contributo del Frey che, nella sua edizione delle "Vite" del Vasari (1911), pubblicava gran parte delle notizie documentarie dello Strozzi; quindi il fondamentale studio di R. Krautheimer (1956, 1970, 1982), il quale avrebbe particolarmente rilevato le derivazioni presenti nella porta dall'arte antica, presenti già nel "Sacrificio d'Isacco" per il concorso del 1401, ma anche dall'a'rte più vicina, come ad esempio dallo stesso Donatello; infine il ricco catalogo della mostra ghibertiana del 1978-79
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281432-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI divisa fra la "Natività" e l'"Adorazione dei pastori" - OPUS LAURENT/TII FLORENTINI - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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