Sant'Antonio Abate visita San Paolo Eremita nel deserto

dipinto, 1385 - 1392

Personaggi: Sant'Antonio abate; San Paolo eremita. Abbigliamento: contemporaneo. Paesaggi: montagne; caverne. Piante: alberi. Animali: orso; scoiattoli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Croce
  • INDIRIZZO Piazza di Santa Croce, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 9 luglio 1383, Michele di Vanni di ser Lotti de' Castellani, legava per testamento (Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, Monastero degli Angioli) mille fiorini d'oro per l'edificazione di una cappella in S. Croce destinata ad accogliere la propria sepoltura e quella del figlio Ranieri. Il Salvini, supponendo che sia trascorso un anno e mezzo per l'erezione della cappella, presume che la decorazione pittorica sia stata iniziata nel 1385. Mentre le fonti prevasariane assegnano ad Agnolo Gaddi oltre agli affreschi del coro "un'altra cappella", che non puo' essere che questa, il Vasari nomina come autore di "molte storie di Sant'Antonio abate in fresco" nella cappella Castellani, Gherardo Starnina. Ma e' attestato dalle carte relative agli affreschi della cappella del Sacro Cingolo, nel Duomo di Prato, che l'affrescatura della cappella era stata allogata ad Agnolo Gaddi e che la cappella Castellani era stato l'ultimo lavoro eseguito da Agnolo prima di quello di Prato. E' probabile che il lavoro prendesse avvio nella campata dell'altare, dove le scene relative al Battesimo di Cristo (in gran parte rovinate), presentano aspetti simili a quelli delle storie autografe del coro. Le fonti antiche, come gia' accennato, discordano sull'autografia degli affreschi (vd. Vasari, ad esempio, che oltre ad attribuirli a Gherardo Starnina,li dice eseguiti anteriormente al tumulto dei Ciompi del 1378, perche' intorno a quegli anni Gherardo Starnina si reco' in Spagna, al seguito di alcuni mercanti spagnoli che avevano molto ammirato i suoi affreschi della Castellani). Gia' nel 1600 la decorazione delle pareti era scomparsa sotto calce (vd. Bocchi-Cinelli, 1677) e non rimaneva che la decorazione della volta. Nel 1870 si cominciarono a fare saggi sulle pareti della cappella e vennero alla luce gli affreschi. Nel 1921/1922, gli affreschi vennero rimessi in luce e restaurati dal prof. A. Benini (in occasione del centenario dantesco), pur non potendo recuperare, se non parzialmente, quelli della zona inferiore. E' da supporre che la dipintura della vasta cappella non sia avvenuta tutta di seguito, ma abbia subito ad un certo momento una interruzione. Ritroviamo, infatti, la mano di Agnolo nelle tre composizioni della parete sinistra della prima campata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281080-13
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1999
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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