Santa Maria Maddalena e episodi della vita di Santa Maria Maddalena

dipinto, 1280 - 1285

Tavola cuspidata campita al centro dalla figura della santa; lateralmente sono otto storiette, quattro per ciascun lato; incorniciatura a gola e zoccolo moderni

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura a foglia
  • ATTRIBUZIONI Maestro Della Maddalena (notizie 1250-1299)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola è descritta dalle guide del Follini-Rastrelli e del Moreni nel vestibolo della biblioteca del convento della SS. Annunziata a Firenze, nel gruppo di opere che facevano parte della collezione del Generale dell'Ordine Francesco Raimondo Adami. Non conosciamo la sua provenienza originaria. Con la soppressione napoleonica del convento, nel 1810, il dipinto passò all'Accademia, dove risulta esposto già nel 1817. Nelle guide tardo settecentesche il dipinto è ritenuto opera di un artista fiorentino precimabuesco e anche nel corso dell'Ottocento non ci si discosta molto da una generica attribuzione ad ambito bizantineggiante. Il Thode inserì l'opera nell'ambito culturale di artisti toscani come Bonaventura Berlinghieri, il Maestro di S. Piero a Grado. Il Siren per primo sottolineò il carattere fiorentino del dipinto notandone il timbro narrativo vivace. Al Siren si deve la ricostruzione intorno a quest'opera di una personalità artistica, che prese appunto il nome dall'opera stessa, di Maestro della Maddalena. Richter propose una datazione posteriore al 1280, seguita un po da tutta la critica, anche se non mancano pareri favorevoli ad una datazione intorno al 1260 (Coletti; Ragghianti; Marques). La critica più recente è favorevole ad una datazione della tavola nell nono decennio del XIII secolo: tale ipotesi è confermata dalla tipologia cuspidata della tavola e dalla particolare iconografia dei funerali della Santa che sembrano rievocare l'evento del recupero del suo corpo nella chiesa di San Massimino in Provenza promosso da Carlo d'Angio tra 1279 e 1280. L'artista rivela nelle storie laterali una vivace vena narrativa, lontana ormai dal classicismo di ascendenza bizantina, che lo pone tra le figure centrali nella pittura del secondo Duecento a Firenze
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900281045-0
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 8466
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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