ASSUNZIONE DELLA MADONNA

dipinto,

L'affresco rappresenta una Madonna assunta all'interno di un'edicola dipinta a falsa architettura. Lo schema di base della Madonna nella mandorla ha probabilmente un'origine trecentesca ma la struttura attuale dell'affresco è databile all'ultimo quarto del XV secolo. L'affresco è parzialmente coperto da un altare marmoreo. La Vergine a mani giunte, siede all'interno di una nube a mandorla raggiata e con fiammelle. Attorno a lei, in alto, sono quattro cherubini, due per lato. Sotto di essi, a figura intera, sono due angeli musicanti, anch'essi due per lato. Più in basso, a mezzo busto, altri due angeli con strumenti musicali. Al centro, sotto la mandorla, è visibile il sepolcro delle rose rosse e bianche, seminascosto dalla struttura marmorea di epoca posteriore

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Senese
  • LOCALIZZAZIONE Marciana (LI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Santuario della Madonna del Monte, documentato sulla cima del Monte Giove dal XII secolo, è dedicato a questa immagine miracolosa della Vergine Assunta in cielo, pittura a fresco su un blocco di granito, spalmato di calce e attualmente murato nella parete con alcune irregolarità dovute a un piano verticale non perfettamente levigato. La leggenda tramanda che alcuni pastori trovarono questa immagine dipinta sul blocco di granito e che le autorità cittadine decisero allora di erigere un edificio religioso in suo onore in un luogo più vicino al villaggio (Campo al Castagno) rispetto alla zona di rinvenimento. Qui furono raccolti i materiali necessari alla costruzione che misteriosamente scomparvero durante la notte per essere ritrovati la mattina seguente nel posto esatto dove i pastori avevano trovato l'immagine di granito la prima volta (E. Lombardi, 1964, p.9; I luoghi della fede, 2000, p. 193; P.A., 1968, p. 1). Quindi il blocco dipinto fu murato nel luogo ove attualmente esiste il Santuario "in una semplice edicola davanti a una fontana, luogo di sosta e di ristoro e, in quei tempi, di preghiera" (E. Lombardi, 1964, p. 9). In origine doveva avere la forma del piccolo tabernacolo che l'affresco ancora ricorda. Il corredo decorativo metallico consistente in una corona e in due angioletti in bronzo a basso rilievo (si vedano le schede OA 09/237707-08) era pertinente a questa prima impostazione, come sembrano indicare le mancanze di intonaco nella cornice dell'affresco. La struttura principale della figura della Vergine nella amigdala (mandorla) è di impostazione trecentesca e richiama composizioni tipo la Vergine Regina con due Santi nella Cattedrale di Bracciano eseguita da Donato e Gregorio, pittori aretini itineranti. Tuttavia i caratteri addolciti del volto della Vergine, le fiammelle nella mandorla, la presenza degli angioli musicanti fanno pensare che la prima arcaica struttura a mandorla sia stata ridipinta e rielaborata nella attuale composizione che appare di ambito provinciale senese di fine quattrocento. Precedente alle composizioni di Francesco di Giorgio Martini ma ad esse ispirata, l'opera si ricollega alle Madonne ancora di mani anonime di ambito provinciale maremmano (visibili a Massa Marittima, a Capalbio). Una ristrutturazione cinquecentesca dell'altare ha parzialmente celato l'affresco con la tela raffigurante l'Assunzione della Vergine, eseguita da Bartolommeo Negroni detto il Riccio (scheda OA 90/00527047) che proponeva un'iconografia più conforme ai canoni della Controriforma per la maggiore adesione al vero (la presenza degli apostoli, il dubbio di San Tommaso). Solo l'ovale al centro rimaneva visibile con il busto della Vergine in affresco, separata dalla tela mediante una cornice inizialmente in lamina metallica simile agli angioli; dopo il 1810 con una cornice dorata , si veda alla scheda 09/2377115). Nel 1995 durante i restauri del Santuario, è venuta alla luce nella parte alta del coro, una nuova porzione di affresco, di diversa datazione (probabilmente coeva alla tela del Negroni e forse anche da attribuirsi alla stessa mano) raffigurante un gruppo di angeli (si veda la scheda 09/00527057). Al 1661 risale infine la realizzazione della struttura in marmo dell'altar maggiore (scheda OA 09/237716 e Lombardi, 1964, p. 11). L'affresco era ancora parzialmente coperto nel 1964 (A. Mackenzie Grieve, 1964, p.192). Nei recenti lavori di restauro si è optato per una soluzione non del tutto convincente. E' stata rimossa la tela con il supporto ligneo antistante l'affresco al fine di vedere ciò che appare una situazione mista di frammenti di pittura seminascosti dalla struttura marmorea e di intonaco grezzo; soluzione che non rispetta nè l'istanza storica nè quella estetica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900237692
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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