Madonna dell'Umiltà

dipinto, ca 1400 - ca 1405

Carpenteria lignea

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura a foglia
  • ATTRIBUZIONI Franchi Rossello Di Jacopo (1376 Ca./ 1456)
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Felice in Piazza
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Richa descrive il dipinto all'interno dell'oratorio dei Bini annesso alla Chiesa di S. Felice in piazza come "una tavola antica di legno dorato, dell'istesso ordine ionico, con tre spartiti; nel principale la Madonna Santissima, che sta coperta da un mantellino; a cornu Evangelii vi é dipinto un San Pietro; ed in cornu Epistola San Bernardo, tutti dipinti sulla tavola da pittore antico, del quale non se ne fa nome". Si tratta in realtá di un'ancona lignea tardo cinquecentesca scompartita da quattro colonne scanalate i cui laterali sono costituiti da due tavole con i Santi Pietro e Bernardo. Nella tavola centrale é riconoscibile la nostra "Madonna dell'Umiltá", mentre la predella presenta la crocifissione di "San Pietro", l'"Annunciazione" e l'"Approvazione della Vergine a San Bernardo di Chiaravalle". I dipinti citati non sono tutti di uno stesso autore come sbrigativamente dice il Richa, ma sono opera di due pittori. I laterali e la predella sono da riferire al Sogliani ad al suo ambito, mentre la tavola centrale é opera dei primi del Quattrocento. L'intero complesso é legato alla storia dello Oratorio dei Bini dove si trovava fin dal XVI secolo, quando la famiglia Bini ne commissionó l'esecuzione. La tavola centrale piú antica, inglobata in un complesso piú tardo, puó invece avere avuto in origine un'altra destinazione a noi ignota. La nostra Madonna, citata nell'Inventario del Pini (1862), fu riferita a Rossello di Jacopo Franchi dal Salmi (1913) che la descrisse come "ben conservata, [...] diligente di esecuzione" ma deturpata dagli ex-voto che fi posero i fedeli. Catalogata dal Carocci e dal Giglioli (1914) fu ritenuta opera giovanile di Rossello dal Van Marle (1927). Nel 1932 compariva negli indici del Berenson; i Paatz la citano invece come rubata e dispersa. La tavola, opera di grande venerazione, fu infatti rubata agli inizi degli anni '30. Il quotidiano "La Nazione" ne denunció la scomparsa nel 1931 ma il furto doveva risalire a qualche tempo prima: l'immagine era stata infatti sostituita da una copia, ancora oggi conservata nell'ex oratorio. Passata all'estero per vie oscure, la tavola ricomparve alla Biennale fiorentina d'antiquariato dove fu riconosciuta da Antonio Paolucci
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900233172
  • NUMERO D'INVENTARIO Inventario 1890, n. 9921
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1988
    1998
    1999
    2006
  • ISCRIZIONI sul vetro - DREISNOTARIAT-OBERRENGADIN-GRAUBÜDEN - numeri arabi - a matita - Tedesco
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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