tentazioni di Sant'Antonio Abate

scomparto di predella,

Personaggi: Sant'Antonio Abate. Figure: diavoli. Abbigliamento: contemporaneo. Oggetti: libro; forconi

  • OGGETTO scomparto di predella
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
    tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di Serumido (1515 Ca./)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ridolfo Del Ghirlandaio
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu pubblicato per la prima volta da Alessandro Chiappelli (1909) che, attribuendolo erroneamente a Ridolfo del Ghirlandaio, lo ricordava, insieme alla relativa predella e alla cornice originale, sull'altare della seconda cappella sinistra in S. Giuseppe. Dovette essere sicuramente questa l'originaria collocazione della tavola, perchè la cappella, fondata nel 1522 da Alessandro Perini, era dedicata ai santi Antonio Abate e Sebastiano, raffigurati ai lati dell' "Annunciazione" e nelle due storiette laterali della predella. Inoltre, anche il tema iconografico e lo sfondo architettonico di sapore agnolesco, di fronte al quale si svolge la scena, ci rendono certi della desinazione dell'opera alla chiesa fiorentina di S. Maria del Giglio e S. Giuseppe. Due vecchie foto Alinari e Brogi documentano l'assetto originario dell'intero complesso, costituito dalla tavola principale e dalla predella sottostante, inserite entro una splendida cornice in legno dorato con motivi a grottesche.Purtroppo, in seguito ai danni provocati dall'alluvione del 1966, l' "Annunciazione" e la predella sono state disgiunte e poste in cappelle diverse dalla collocazione originaria, mentre la cornice, smontata, è attualmente conservata nell'abitazione del parroco. Ritenendola opera di anonimo artista, nel 1855 il Fioretti riferiva che la tavola fu eseguita nel 1522 a spese della moglie di Alessandro Perini, appartenente alla famiglia Cellini. Lo studioso basava la propria testimonianza su alcune notizie documentarie relative alla cappella e sugli stemmi della predella. Anche se nel secondo partito dello scudo, dipinto sul lato corto a sinistra, si può forse scorgere l'arme della famiglia Cellini e lo stemma nell'angolo a sinistra della fronte è forse da identificare con quello dei Perini, non è possibile confermare la testimonianza del Fioretti relativa alla committenza dell'intero complesso. La datazione intorno al 1522 è comunque plausibile perchè l'opera fu certamente eseguita quale arredo della cappella, fondata appunto in quell'anno. L'esatta attribuzione del dipinto al Maestro di Serumido si deve a Federico Zeri (1962) che ricostruì il 'corpus' del pittore e ne propose l'identificazione con Bastiano (detto Aristotile) da san Gallo, uno di quei "nomi senza quadri" ricordati dal Vasari. Nelle scenette della predella è palese la rielaborazione dei modi di Francesco Granacci, cui vanno riportati il repertorio tipologico dei vivacissimi personaggi e la loro sintassi mimica ed espressiva. Fra le opere di questo "eccentrico fiorentino", come lo definì lo Zeri, il confronto più stringente è quello con le storiette laterali della predella dell'altare dell'oratorio di S. Sebastiano dei Bini a Firenze, ora nella chiesa di S. Felice, databile intorno al 1525. Lo scomparto di predella rappresenta una delle terribili visioni che Sant'Antonio ebbe a causa della vita ascetica che conduceva nel deserto: l'assalto dei demoni. Si tratta dunque di un episodio della vita del santo raffigurato a lato dell'Annunciazione che originariamente sovrastava la predella
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900232433-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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