Sacra Famiglia con Santa Caterina d'Alessandria e Santa Barbara

dipinto, 1525 - 1549

n.r

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Coecke Van Aelst Pieter Il Vecchio (bottega)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Casa Martelli
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Martelli
  • INDIRIZZO Via Zannetti, 8, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il recente restauro ha dimostrato che il dipinto in origine era un trittico con un pannello centrale e due ali laterali. Esso fu trasformato in dipinto di galleria di formato rettangolare mediante il taglio delle cimase e l'aggiunta in alto, in corrispondenza della sagomatura, di due pannelli dipinti a completare il cielo e l'albero che fa da sfondo al gruppo della Sacra famiglia. Rispettando l'interpretazione che il dipinto ebbe nella galleria, il restauro non ha eliminato queste aggiunte, che peraltro nulla tolgono alla leggibilità del testo pittorico originario. Il soggetto è peraltro ambientato in un arioso paesaggio nordico,denso di ricordi alla Patinier nei massicci rocciosi azzurrati, che sfumano verso il lontano, che unifica la composizione tripartita in una sorta di unica sacra conversazione, rendendo così la modifica del dipinto in un certo senso più accettabile. Specialmente il nesso tra la scena centrale e la figura di Santa Barbara, seduta di spalle sullo stesso sedile di pietra su cui siede la Vergine, pare meglio meditato: il paesaggio delimitato sulla destra dal torrione (che è attributo iconografico della Santa), pare continuare nelle forma e nelle tinte senza cesure. Una certa difficoltà compositiva traspare invece nel pannello di sinistra, dove il pendio alle spalle di San Giuseppe subisce una forte cesura nel passaggio al fondale dietro Santa Caterina. Si tratta però di un obbligo compositivo, perché lo spazio lasciato alla scena che chiarisce l'identità della Santa, ovvero l'episodio del martirio con la ruota, sarebbe altrimenti confinato in uno spazio troppo esiguo. Il pittore però pare rimediare a questa discontinuità con il cenno della mano della Santa che accoglie l'anello offertole dal Bambino nel matrimonio mistico. Si tratta di una delle diverse redazioni note (ma fin qui inedita) della pala della Gemäldegalerie Alter Meister di Kassel, inv.no. GK31 (B. Schnackenburg) attribuita al pittore Jan Mertens van Dornicke (?-1527 ca.)(altresì identificato come 'Maestro del 1518'), suocero del Coecke e capo di una ben ampia bottega da cui il pittore pare aver preso il suo avvio (P. Marlier). Altri esemplari sono conservati a Palermo, Museo Regionale, no. 138 (L. Collobi Ragghianti), attribuito alla cerchia di Pieter Coecke); la Collobi Ragghianti ne pubblica anche una versione che presenta solo il pannello centrale come a Roma, Collezione Atri (Collobi Ragghianti, p. 194, no. 379, ill.), ed una a Genova, collezione Queirolo (Collobi Ragghianti). Sullo stesso gruppo di opere e sulle varianti, si veda anche P. Marlier.Per quanto riguarda l'attribuzione, l'esistenza stessa di un numero così grande di esemplari dimostra la fortuna del soggetto e l'importanza della bottega che lo espresse. Nel contesto della storia dell'arte fiamminga del primo Cinquecento il concetto di opera di bottega non è sinonimo di qualità ridotta, ma anzi testimonia il successo di una formula produttiva che garantisce qualità e quantità della produzione (J.M. Dobratz). D'altra parte l'ampiezza dell'impostazione delle figure e dei panneggi fa pensare, per questo modello, ad un'ideazione più tarda rispetto ai modi ancora esili del più vecchio maestro, ed in un certo senso proiettato verso la magnificenza drammatica e raffaellesca del Trittico della Deposizione di Croce di Lisbona, opera certa del Coecke (P. Marlier). Nell'esemplare di Kassel un senso soffice di unità leviga i volti dei protagonisti, attutendo l'impatto volumetrico che invece è più risentito nel dipinto Martelli; ma per entrambi, sia pure con differenti gradi di partecipazione dello studio, ci pare più accettabile il nome del più giovane maestro Pieter Coecke come ideatore. Il maestro fu citato da L. Guicciardini, dal Vasari e dal Van Mander come esecutore di cartoni per arazzi, pittore e traduttore del Trattato di Architettura del Serlio in lingua fiamminga.Secondo il Van Mander allievo di Barend van Orley, di Jan Vermeijen e di Michiel Coxcie, ebe una vita quanto mai movimentata e pittoresca. Fu iscritto alla gilda dei pittori di Anversa nel 1527, presumibilmente dopo il suo apprendistato svoltosi possibilmente a Bruxelles ed il viaggio in Italia. Capo di un importante atelier dopo la morte del suocero, egli non esitò, forse per sfuggire agli obblighi di una unione irregolare dopo esser rimasto vedovo, a recarsi a Costantinopoli per offrire I suoi servigi al Sultano, senza considerare le regole religiose islamiche che vietavano la rappresentazione della figura umana. Ritornato in Fiandra poco prima del 1534, egli sposa in seconde nozze Maria Verhulst, possibilmente verso il 1538-40 se la più giovane delle figlie nate da questo matrimonio diverrà la moglie di Pieter Breugel il Vecchio nel 1563. [segue in OSS]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900230353
  • NUMERO D'INVENTARIO Martelli 37
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA I Musei del Bargello - Casa Martelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI a tergo su cartellino - 1 S.ta Conversazione / con S.ta Caterina e S. Barbara / di Scuola antica Tedesca - corsivo - non determinabile -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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