santi, stemma della Parte Guelfa, stemma della città di Firenze, stemma dell'Arte della Lana

reliquiario a ostensorio, 1514 - 1514

Base polilobata a doppio zoccolo, fusto con nodi multipli, tempietto esago nale con reliquie terminazione a cipolla, statuetta

  • OGGETTO reliquiario a ostensorio
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione
    LEGNO
    rame/ doratura/ sbalzo/ incisione/ cesellatura
    SMALTO
    VETRO
  • ATTRIBUZIONI Antonio Di Salvi (1450/ 1527)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esecuzione del reliquiario di Sant'Antonio deve essere inserita nel programma di decorazione della cappella di S. Vittore e S. Antonio (tribuna su d, parte centrale) del Duomo, iniziato dalla parte Guelfa nel 1463 perchè vi fosse collocato il santissimo sacramento. L'opera è comunque documentat a da una notizia di pagamento a "Salvi orafo"di un reliquario d'argento e in rame con altre reliquie di santi. Attualmente nell'oggetto sono collocate anche le reliquie di San Ludovico, re di Francia, e di San Sebastiano. La committenza, l'insigne collocazione del reliquario e le reliquie sarann o di importanza fondamentale nel determinare l'iconografia dell'opera. Per la Becherucci infatti "la scelta iconografica è stata dettata dalla volontà di celebrare sia i santi protettori di Firenze (Giovanni, Barnaba, Vitt ore papa) che quello della parte Guelfa donatrice del reliquario, San Ludovico re di Francia del quale, inoltre, sono qui le reliquie con quelle dei santi Antonio Abate e Sebastiano". Il reliquario è rimasto fino al 1954 n ella cappella di San Vittore quando è stato definitivamente collocato nell a tribuna del museo dell'Opera del Duomo. Mentre le vicende storiche dell' oggetto non hanno presentato alcun problema interpretativo, si sono avute alcune perplessità riguardo al "Salvi orafo" citato nel documento. Il Cocchi ha identificato tale nome in Salvio di Marino di Pietro, immatricolato nel 1475. Da un confronto con il reliquario di San Girolamo, il Bunt (1926 ) ha ipotizzato che il Salvi citato fosse Antonio di Salvi, esecutore nel Dossale d'argento del battistero del "Festino d'Erode". L'ipotesi ricevette consenso dallo Steingrber, nel suo fondamentale studio sull'oreficeria fiorentina (dedicato nella sua ultima parte, ad Antonio Salvi), seguito qua lche anno dopo (1964) dal Rossi che nel 1933 aveva rifiutato tale proposta . La Becherucci, accettando l'attribuzione al Salvi per la struttura del reliquiario, ipotizza la presenza di un altro artista, vicino a Raffaellino del Garbo, per i disegni degli smalti da avvicinare a quelli del reliquiario del libretto. Per la Liscia (1984) il reliquiario si inserisce perfett amente nello stile di Antonio di Salvi, fedele però sempre ai modelli tard oquattrocenteschi. Anche negli smalti si riconosce lo stile tipico di Antonio di Salvi, ancora legato (si veda il San Giovanni Battista) ai modelli pollaioleschi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900227647
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • ISCRIZIONI sul cartiglio della reliquia - (Sancti) Ludovici regis, Antoni monachi, S. Sebastiani martyris - corsivo - a inchiostro - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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